“I giovani biologi e ricercatori delle varie discipline sono il futuro della Scienza della vita”. Ad evidenziarlo è Francesco Cappello, presidente della Società Italiana di Biologia Sperimentale, che mette in luce le sfide e le opportunità straordinarie per costruire un futuro migliore grazie alla scienza.
Ma di cosa si occupa la Biologia sperimentale?
“La biologia sperimentale si può fare nascere nel 1925. Esperti illustri capirono, all’ora, che la ricerca medica sarebbe passata sempre di più per i laboratori di ricerca nei quali è forte la presenza dei biologi, ma anche di chimici, ingegneri biomedici e altri professionisti nel mondo della ricerca biomedica che si spendono quotidianamente per consentire l’avanzamento delle conoscenze, soprattutto sulla fisiopatologia e sulla cura delle malattie dell’uomo. A questo si aggiungono antropologi, ecologi, zoologi, agronomi ed altri esperti di varie discipline. Il moderno concetto è quindi quello di “one health”, cioè la salute dell’uomo che passa per la salute dell’ambiente e degli animali“.
Le università, gli istituti di ricerca e le sfide
“Le università ospitano diversi laboratori di ricerca che si spendono in questi campi, ma ci sono anche gli istituti di ricerca, sia quelli pubblici che quelli privati, dove molti gruppi di ricerca o singoli ricercatori lavorano quotidianamente o pubblicano lavori scientifici originali e importanti. La Società fu fondata con l’obiettivo di promuovere la ricerca scientifica e la diffusione delle conoscenze in ambito biologico e oggi continua a rappresentare un punto di riferimento per studiosi e ricercatori. Con il rapido evolversi delle tecnologie e l’aumento delle sfide globali, dalle malattie emergenti ai cambiamenti climatici, la biologia sperimentale gioca un ruolo sempre più cruciale per la salute”.