L’attuazione dell’autonomia differenziata, presentato dal Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, che concederebbe maggiori poteri alle Regioni su 23 materie, tra cui la sanità, continua fare discutere. Il Sud ne pagherà maggiormente le conseguenze, ma la batosta arriverà anche per il Nord.
“Sarà difficile mantenere l’equità delle cure. Ci saranno discrepanze nell’allocazione economiche dei fondi. Molti saranno trattenuti dalle Regioni del Nord che offriranno servizi a più alto costo”. A dichiararlo è Luigi Galvano segretario provinciale di Fimmg Sicilia.
“Si sono resi conto che il Ssn non è più sostenibile con i fondi che il Paese gli dedica. Non ci sono più soldi per sanità, scuola e sociale e allora si risolve chiudendo i servizi – spiega-. Con questa manovra avremo il Ssn che , anziché occuparsi con la prevenzione, con il territorio del mantenimento della salute, i gruppi privati avranno come obiettivo le malattie più remunerative – conclude -. Le regioni ricche riusciranno a reagire con una servizio di sanità integrative, quelle più povere si avranno maggiori criticità specialmente per le categorie deboli e torneremo all’Italia prima dell’istituzione del Ssn dove la gente per curarsi si dovrà vendere le case”.