L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha approvato Tirzepatide, il farmaco innovativo per il trattamento dell’obesità, del sovrappeso, con almeno una comorbidità, e del diabete di tipo 2.
Disponibile su prescrizione medica, il farmaco rappresenta una nuova classe terapeutica che agisce attivando sia i recettori GIP (polipeptide insulinotropico glucosio-dipendente) sia quelli GLP-1 (peptide glucagone-simile-1), contribuendo a ridurre peso e migliorare la gestione del diabete.
“Il farmaco non può essere preso con troppa facilità dai pazienti, che devono essere seguiti”, ribadisce Salvatore Corrao, direttore dell’Uoc di Medicina Interna e Lungodegenza Arnas Civico di Palermo e professore ordinario di Igiene e Medicina Preventiva Unipa.
“L’Arnas Civico di Palermo è uno dei tre ospedali italiani che sta studiando la tirzepatide e i suoi effetti. Non solo per la perdita di peso, ma anche per la regressione del diabete di tipo 2 e la riduzione del rischio cardiovascolare – evidenzia –. Il ruolo del medico internista è cruciale nella cura di pazienti obesi e diabetici che hanno comorbidità. Il farmaco rappresenta sì un passo importante verso la gestione a lungo termine dell’obesità e delle sue complicanze, ma da solo sono basta. L’internista con un approccio multidimensionale deve seguire il paziente a 360°, assicurando anche un supporto psicologico”.
Come funziona Tirzepatide
Tirzepatide agisce simultaneamente sui recettori GIP e GLP-1, aumentando la secrezione d’insulina, migliorando la sensibilità all’insulina e riducendo l’assunzione di cibo. L’effetto sui recettori GIP è particolarmente innovativo, perché contribuisce alla riduzione del tessuto adiposo e limita l’introito calorico e la nausea. Questo duplice meccanismo rende tirzepatide un’opzione terapeutica promettente per pazienti che non rispondono efficacemente ai trattamenti standard.
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