Perdita di peso, regressione del diabete di tipo 2 e riduzione del rischio cardiovascolare.
L’Arnas Civico di Palermo è uno dei tre ospedali italiani che sta studiando la tirzepatide: l’evoluzione dell‘Ozempic, il farmaco che sta facendo dimagrire tutta Hollywood.
A parlarcene è il dottor Salvatore Corrao, Capo Dipartimento Medicina Clinica dell’Arnas e Prof. Ordinario Igiene e Medicina Preventiva Unipa.
La tirzepatide
Agisce come doppio agonista dei recettori per le incretine GLP-1 (glucagon-like peptide 1) e GIP (glucose-dependent insulinotropic polypeptide). In particolare, vengono messi a confronto diversi dosaggi di tirzepatide (5, 10 e 15 mg) con semaglutide (1 mg), farmaco agonista dei soli recettori GLP-1.
Importante anche la possibilità di somministrare il farmaco, per via sottocutanea, con una singola iniezione settimanale.
Perché è un’evoluzione?
L’Ozempic, nome ufficiale semaglutide, è un farmaco agonista del recettore del GLP-1, nato come antidiabetico e studiato per la terapia dell’obesità. Al momento è stato dimostrato, proprio per i suoi risultati dimagranti, un inappropriato uso/abuso, da soggetti di cui non ne hanno bisogno.
Oltre agli Oscar, che hanno mostrato impressionanti perdite di peso, uno dei promotori più illustri ad aver contribuito alla popolarità del trattamento dimagrante è stato Elon Musk.
Conseguenza? Una mancanza del farmaco per i pazienti diabetici.
La tirzepatide, grazia alla combinazione descritta è un’arma molto più potente, che ha quasi gli stessi risultati della chirurgia bariatrica ed a dimostrarlo sono stati i paragoni fatti tra i farmaci.
La prospettiva e, quindi, favorire un aumento della qualità di vita e, potenzialmente, anche dell’aspettativa di vita dei pazienti diabetici e obesi, ma non di farne un abuso.