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Sos cuore a causa del Long Covid: raddoppiati i rischi cardiovascolari

lunedì 6 Marzo - 2023 | di Anna Boccia | Categorie: News ed eventi

I pazienti con Long Covid devono effettuare controlli regolari in presenza di nuovi sintomi respiratori o cardiaci.

Sì perché, chi ne soffre o ne ha sofferto ha infatti una probabilità più che doppia di andare incontro a problemi cardiovascolari. Lo dimostra un’ampia metanalisi degli studi condotti sull’argomento, presentata al congresso annuale dell’American College of Cardiology a New Orleans.

“Covid-19 non è soltanto una malattia respiratoria. Chi ha sintomi sospetti dopo aver avuto l’infezione deve approfondire per evitare conseguenze cardiovascolari serie”. Questa la raccomandazione di Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società Italiana di Cardiologia (Sic).

I dati raccolti mostrano che, su oltre 5,8 milioni di persone sane in tutto il mondo, è aumentato il rischio cardiovascolare con sintomi come affanno, palpitazioni o dolore toracico.

Difatti, il danno cardiaco acuto è una delle complicazioni più frequenti di Covid, arrivando a riguardare dal 20% al 45% dei pazienti. Il nuovo studio mostra che sono ad alto rischio anche i pazienti con Long Covid, ovvero coloro che per 6 mesi dopo l’infezione acuta riportano sintomi come stanchezza cronica, dolori muscolari e articolari, difficoltà di concentrazione.

“Le stime indicano che il Long Covid può colpire fino a una persona contagiata su 7. I dati mostrano che in questi soggetti è molto importante fare attenzione ad eventuali segni di disturbi cardiovascolari – spiega Perrone Filardi –. La metanalisi indica che il Long Covid aumenta da 2,3 a 2,5 volte le probabilità di sviluppare sintomi correlati a malattie cardiovascolari. E’ anche più probabile rilevare alterazioni negli esami diagnostici, come i test sul sangue, l’elettrocardiogramma o gli esami di imaging come l’ecografia cardiaca o l’ecocardiografia, con anomalie indicative di un aumentato rischio o della presenza di disturbi”.

Lo studio, che include i dati di 450.000 persone con complicazioni cardiovascolari, ha analizzato anche pazienti che avevano già malattie cardiovascolari. In questi soggetti, il Long Covid ha aumentato le probabilità di ulteriori complicanze, come ad esempio la fibrillazione atriale.

E’ possibile, sottolinea Ciro Indolfi, past-presidente Sic e presidente della Federazione Italiana di Cardiologia, che “l’infiammazione cronica indotta dal Long Covid abbia un ruolo rilevante e sarà importante indagare ancora per capire se i pazienti con condizioni cardiovascolari preesistenti possano essere protetti con terapie specifiche“.

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