La Società Italiana Reumatologia ha avviato un’interlocuzione con l’ISS, e gli altri attori coinvolti, per usare la telemedicina nella gestione dei pazienti.
Le malattie reumatiche sono oltre 150 e colpiscono milioni di persone. Se diagnosticate tempestivamente, possono essere affrontate e trattate in modo adeguato con un netto miglioramento della qualità della vita del paziente. Altrettanto importante, però, è anche il follow up e la gestione del paziente.
“La telemedicina è un’integrazione fondamentale del lavoro del medico. La visita “in presenza” non deve giammai essere sostituita. Poter fornire, però, da remoto un aiuto al paziente, almeno in quelle situazioni in cui lo stesso è lontano dal centro reumatologico prescrittore, può scongiurare l’abbandono della cura”.
A sostenerlo è il dottor Giuseppe Provenzano, direttore dell’UOSD Reumatologia dell’Azienda Ospedaliera Villa Sofia – Cervello, nonché segretario generale della SIR.
“Sul punto, indicazioni “by design” per costruire sistemi di telemedicina per i pazienti reumatologici, si pone l’attenzione su tre macro-fasi: Diagnostica, Terapeutica e di Follow-up. Per ognuna nel percorso di presa in carico dei pazienti sono state individuate delle subattività, in linea anche con quanto contenuto nei modelli previsti nel PNC (Chronic Care Model)”, sottolinea.