Con l’entrata in vigore della riforma del codice della strada, avvenuta il 14 dicembre scorso, si aprono scenari complessi per milioni di cittadini che assumono farmaci terapeutici.
Le nuove disposizioni prevedono un approccio di “tolleranza zero” verso la presenza di sostanze rilevabili nei test salivari, senza distinguere adeguatamente tra uso terapeutico e abuso. Questo ha sollevato preoccupazioni significative tra i pazienti e i professionisti sanitari, evidenziando lacune normative che rischiano di penalizzare ingiustamente chi segue regolari terapie farmacologiche.
Per informare medici e pazienti, il consiglio direttivo dell’Ordine dei medici di Palermo, guidato dal presidente Toti Amato, il 16 gennaio scorso, ha dedicato una seduta ad hoc con il supporto del direttore del Dipartimento di Salute mentale dell’Asp di Palermo, Maurizio Montalbano, psichiatra.
Le criticità del nuovo sistema di controllo
Durante l’incontro è stato evidenziato che: il sistema attuale non fa differenza tra le tracce di farmaci terapeutici e sostanze stupefacenti. Farmaci comunemente prescritti come ansiolitici, antidepressivi, antiepilettici e antistaminici possono generare falsi positivi nei test salivari, determinando sanzioni severe. Queste includono la sospensione immediata della patente e, nei casi più gravi, persino l’arresto. Il problema è aggravato dall’assenza di un elenco chiaro dei farmaci a rischio, lasciando pazienti e farmacisti nell’incertezza.
In precedenza, i controlli sullo stato psicofisico dei conducenti venivano effettuati solo in presenza di segnali evidenti di alterazione. Con le nuove regole, invece, il semplice riscontro di tracce di farmaci nell’organismo – anche dopo l’esaurimento degli effetti – può essere sufficiente per applicare sanzioni. Ciò ha suscitato preoccupazioni tra i pazienti, che rischiano di perdere la patente pur non rappresentando un pericolo alla guida. Farmaci come benzodiazepine e barbiturici possono essere rilevati nei test giorni dopo l’assunzione, aumentando il rischio di sanzioni ingiustificate.
Un vuoto normativo preoccupante
Maurizio Montalbano, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asp di Palermo, ha sottolineato che i test obbligatori possono essere effettuati indipendentemente dallo stato psicofisico del conducente. “Molti farmaci di uso comune – come ansiolitici, antidepressivi triciclici e antiepilettici – possono essere rilevati anche quando non c’è alcun impatto sulla capacità di guida. Questa mancanza di distinzione tra uso terapeutico e abuso genera un vuoto normativo che colpisce milioni di pazienti”, ha dichiarato lo psichiatra.
La Cannabis terapeutica
Tra le situazioni più controverse rientra quella della cannabis terapeutica, regolarmente prescritta per diverse patologie. “Sebbene il suo utilizzo sia legale e monitorato, i residui della sostanza possono restare rilevabili settimane dopo l’assunzione, senza alcun effetto sulle capacità di guida. Questo paradosso mette a rischio i pazienti, che potrebbero subire sanzioni nonostante il rispetto delle indicazioni mediche”, ha aggiunto.
L’appello dell’Omceo
L’Ordine dei medici di Palermo si unisce all’appello di farmacisti e psichiatri chiedendo l’introduzione immediata di una guida ufficiale che chiarisca quali farmaci possono influenzare i test e come interpretarli correttamente.
“Il nuovo sistema – ha detto il presidente Amato in rappresentanza di tutti i consiglieri – non garantisce un equilibrio tra sicurezza stradale e diritto alla salute. È fondamentale rivedere le disposizioni per tutelare i pazienti e mantenere la fiducia nelle terapie mediche. Solo un intervento legislativo potrà evitare iniquità e garantire che chi segue un piano terapeutico non sia discriminato e venga etichettato come un consumatore di droghe”.
I membri del consiglio direttivo dell’Omceo sostengono pienamente quanto espresso dal presidente Amato.
Insieme, hanno sottolineato l’urgenza di un intervento legislativo e avanzato proposte concrete:
- distinguere tra uso terapeutico e abuso di sostanze nei test salivari;
- definire un elenco ufficiale dei farmaci che possono generare falsi positivi;
- fornire formazione specifica alle forze dell’ordine per l’interpretazione corretta dei risultati dei test.
“È necessario un intervento legislativo per evitare discriminazioni ingiuste verso chi segue terapie prescritte”, ha aggiunto Amato, ribadendo che il tema non riguarda solo la sicurezza stradale ma anche la tutela dei diritti fondamentali dei pazienti.
L’obiettivo è quello di tutelare sia la sicurezza stradale che il diritto alla salute, evitando che milioni di cittadini siano penalizzati per l’uso legittimo di farmaci prescritti.