Le particelle ultrafini e nanometriche, presenti nell’inquinamento atmosferico, sono in grado di indurre una forma di neurodegenerazione simile alla Sclerosi laterale amiotrofica (Sla).
È quanto emerge da uno studio condotto nell’ambito di Mnesys, progetto di ricerca che si pone l‘obiettivo di sviluppare nuovi approcci per le neuroscienze.
La Sla
La Sla è una malattia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni, le cellule del sistema nervoso che trasportano il segnale di movimento dal cervello ai muscoli. Questa malattia colpisce, a livello globale, circa 250 mila persone ogni anno.
Le ricerche precedenti avevano rilevato un legame fra inquinamento e Sla, evidenziando che possono essere alterate alcune proprietà meccaniche di particolari granuli cellulari composti da proteine e molecole di Rna. Peranto, la comunità scientifica, aveva già ipotizzato che gli aggregati presumibilmente tossici eranoresponsabili della morte dei motoneuroni. Mmeno chiaro era come ciò avvenisse.
Lo studio
“Il nostro studio – spiegano i ricercatori – ha esplorato la connessione tra l’esposizione a smog e la Sla indagando alcuni meccanismi molecolari che causano la perdita dei motoneuroni. Quei neuroni, localizzati all’interno del sistema nervoso centrale, difatti, hanno la funzione di controllare direttamente o indirettamente i muscoli e il loro movimento”.
“Dallo studio è emerso come PM0.1 e NP20, particelle di dimensioni ultrafini e nanometriche, siano in grado di indurre una forma di neurodegenerazione simile alla Sla, caratterizzata dalla disfunzione e disregolazione di proteine essenziali per la sopravvivenza neuronale. La scoperta, conclude sarà utile per l’identificazione di bersagli molecolari verso cui indirizzare nuovi possibili farmaci“, concludono.