Attualmente sono circa 6.000 i malati in Italia che soffrono di Sla, la Sclerosi laterale amiotrofica.
Tra le tante conseguenze della patologia degenerativa progressiva c’è anche la perdita della capacità di parlare con la propria voce, motivo di grande sofferenza, anche per i familiari.

“Donare la voce non è solo un gesto solidale ma anche un atto di fede – spiega il presidente di Aisla Fulvia Massimelli e il presidente di NeMO, Alberto Fontana – è credere nella possibilità che la ricerca e la scienza possano contribuire a migliorare oggi la qualità della vita e pensare domani ad una risposta di cura per la Sla“.

E, inoltre, quando la persona ha ancora la capacità di parlare con la propria voce, accedendo alla piattaforma, può avviare il percorso finalizzato a “salvarla”.
Testimonial d’eccezione del progetto sono Pino Insegno e Ron che hanno dato la loro voce, donazione che possono fare tutti accederanno al portale e incrementando, così, la libreria.