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Suicidio assistito: 130 richieste in Sicilia, ma la Regione non è pronta. Ecco il documento per gestire le domande CLICCA PER IL VIDEO

venerdì 8 Novembre - 2024 | di Giorgia Görner Enrile | Categorie: Lavoro, News ed eventi, Video

“Una risposta concreta per le strutture e i professionisti coinvolti, fornendo strumenti operativi per sostenere un percorso delicato e rispettoso della volontà e dignità della persona”.

Le richieste di accesso al suicidio medicalmente assistito stanno aumentando in modo significativo. In Sicilia le richieste di primo contatto per informazioni sull’accesso alla procedura hanno superato le 130 unità.

Questo trend di crescita mette in evidenza le difficoltà ancora presenti nell’applicazione pratica delle norme in materia, stabilite dalla sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale, che affida ai comitati etici e alle strutture del Servizio sanitario nazionale un ruolo chiave nella valutazione delle richieste.

La Sicilia, però, non sembra esser pronta rispetto ad altre regioni a rispondere alle richieste ed al volere dei pazienti.

Per affrontare queste incertezze, oggi, 8 novembre, è stato presentato a Palermo il documento “La richiesta di aiuto medico a morire: raccomandazioni sul ruolo dei comitati etici e delle strutture pubbliche del Servizio Sanitario Nazionale”.

“Questa documento rappresenta un passo importante per garantire la tutela dei diritti individuali e per dare attuazione alle sentenze della Corte in merito all’assistenza medica al morire”. Ad evidenziarlo è la prof.ssa Lucia Craxì, coordinatrice dell’Osservatorio Persona e Autodeterminazione in Medicina e docente di Bioetica UniPa.

In Sicilia

“Il tema del suicidio assistito coinvolge i comitati etici, attualmente identificati come organi competenti per valutare tali richieste dal decreto della Corte costituzionale e dal contratto nazionale di bioetica. Tuttavia, il comitato etico siciliano non ha ancora ricevuto direttive specifiche. Quando queste indicazioni arriveranno, potrebbero comunque creare criticità, poiché i comitati etici non includono tutte le figure professionali necessarie per affrontare queste valutazioni”. A dichiararlo è Salvino Leone, docente di Bioetica UniPa e presidente del Comitato etico Sicilia.

“Inoltre, il parere del comitato potrebbe richiedere il coinvolgimento di figure interne come lo statistico o il bioingegnere, professionisti le cui competenze non sono necessariamente adatte a questo tipo di valutazioni. Ad aggravare la situazione, non esiste ancora una copertura assicurativa per i membri del comitato, che invece sarebbe necessaria per tutelare questi professionisti coinvolti in tali decisioni – prosegue -. Queste problematiche sollevano sfide irrisolte che attualmente rendono complesso sia accogliere queste richieste che gestirle con gli strumenti adeguati. Anche le strutture sanitarie non sono pronte a livello organizzativo, poiché mancano linee guida dettagliate sull’aiuto medico da fornire. Di conseguenza, è poco chiaro quale sia il ruolo specifico del medico in questo processo e quali autorizzazioni il comitato etico dovrebbe concedere. Inoltre, non è prevista la possibilità di obiezione di coscienza per i medici, poiché si tratta di una prestazione professionale obbligatoria”.

“La Sicilia, in ogni caso – sottolinea -, dovrebbe garantire l’applicazione delle normative vigenti in modo uniforme rispetto a quanto avviene in altre regioni, come Lombardia ed Emilia-Romagna. Al momento, però, questa uniformità normativa non è ancora una realtà”.

“La richiesta di aiuto medico a morire: raccomandazioni sul ruolo dei comitati etici e delle strutture pubbliche del Servizio Sanitario Nazionale”

“Questo documento è frutto di un anno di lavoro da parte di circa venti esperti“. A spiegarlo è Mariassunta Piccini, prof.ssa di Diritto privato UniPd e coordinatrice dell’Osservatorio di Diritto gentile a Padova.

“Il team, composto da giuristi, medici, bioeticisti e psicologi, ha unito la propria esperienza nella bioetica clinica con la pratica diretta sul campo. Alcuni membri, infatti, hanno già avuto modo di confrontarsi con richieste di aiuto medico a morire, oggi possibili in seguito alla sentenza della Corte costituzionale n. 242/2019, e ricoprono ruoli nei comitati etici o in commissioni tecniche sanitarie – prosegue -. Le dieci raccomandazioni del documento sono destinate alle strutture sanitarie pubbliche e ai comitati etici italiani. L’obiettivo è fornire linee guida chiare e utili per tutelare i diritti e i valori della persona. In contesti anche molto differenti su tutto il territorio nazionale”.

Le 10 raccomandazioni

  1. Organizzazione interna per le richieste di AMM
    Le strutture sanitarie devono stabilire un atto organizzativo specifico per gestire le richieste di Aiuto Medico a Morire (AMM), al fine di proteggere i diritti delle persone che ne fanno richiesta.
  2. Ruolo dei Comitati per l’Etica Clinica
    I Comitati per l’etica clinica sono i più adatti per garantire la tutela dei diritti delle persone vulnerabili e malate, mentre i Comitati etici per la sperimentazione clinica non sono indicati, avendo competenze diverse.
  3. Rapida e accurata valutazione etica
    I Comitati etici devono operare con rapidità e precisione, organizzando incontri tempestivi con chi richiede l’AMM per fornire una risposta appropriata in tempi adeguati.
  4. Competenze cliniche e relazionali nella Commissione tecnica
    È essenziale che la Commissione tecnica incaricata di verificare le condizioni per l’AMM includa esperti con competenze cliniche e relazionali adeguate.
  5. Definizione del “trattamento di sostegno vitale”
    La valutazione del “trattamento di sostegno vitale” deve basarsi su due criteri: il rischio di morte o di riduzione della sopravvivenza in caso di interruzione e l’impatto negativo del trattamento stesso sulla qualità di vita della persona.
  6. Luogo di attuazione della procedura di AMM
    La procedura di AMM deve rispettare la situazione clinica e i desideri della persona, prevedendo la possibilità di attuarla presso il domicilio del paziente o in strutture sanitarie, pubbliche o convenzionate.
  7. Formazione dei componenti della Commissione
    Tutti i componenti delle commissioni coinvolte devono essere formati su temi di “relazione, comunicazione e cure palliative” e sensibilizzati sulla delicatezza della situazione.
  8. Ascolto approfondito della persona richiedente
    È fondamentale un ascolto rispettoso e profondo dei bisogni del richiedente per distinguere le richieste autentiche di AMM dalle richieste derivanti da sofferenze psico-fisiche trattabili.
  9. Tutela dei diritti in ogni fase della valutazione
    Il Comitato etico deve garantire il rispetto dei diritti della persona, sia che siano soddisfatti o meno i requisiti di ammissibilità della richiesta di AMM.
  10. Valutazione dell’offerta di cure palliative
    Le strutture sanitarie e i Comitati etici devono verificare che la persona abbia ricevuto informazioni sulle cure palliative e sia stata effettivamente assistita. Se queste cure non sono state efficaci, è importante comprenderne i motivi, con il supporto di professionisti di cure palliative, per distinguere tra richieste “proprie” e “improprie” di AMM.

 

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