Si torna a discutere dell’attuazione del DM 77 che mira a riformare e migliorare il sistema sanitario nazionale.
Ma la riforma che mette al centro dell’attenzione soprattutto l’implementazione di servizi territoriali e di prossimità per garantire una maggiore accessibilità e qualità delle cure ai cittadini “è una cosa vecchia”.
“Il progetto si rifà al 2010, e punta su strutture, ma non sul persone che si deve relazionare con i cittadini e non ci sono investimenti sul personale“, spiega Luigi Galvano segretario provinciale di Fimmg Sicilia e consigliere Omceo Palermo a seguito del convegno tenutosi ieri nel capoluogo siciliano.
“I medici di base possono partecipare per piccole cose, ma non possono inserirsi nelle case comunità – aggiunge -. I pazienti fragili sono quelli da visitare a domicilio o vicino allo studio del medico, di certo non possono andare in queste strutture con 4 mila pazienti da seguire. Quindi siamo noi medici di base a dover essere rinforzati“.
“Quando parliamo di Dm77, dobbiamo ricordarci che abbiamo, come a Catania e qualcosa a Palermo, un’esperienza da poter realizzare anche nelle altre province” aggiunge e conclude Domenico Grimaldi segretario provinciale Fimmg Catania.
Leggi anche