Si stima che il 3-5% degli adulti in Italia presenti un disturbo della lettura rispetto al 4% in età scolare.
La principale causa della dislessia, un disturbo specifico della lettura, è la difficoltà nella percezione dei suoni del linguaggio, detti fonemi. Può essere diagnosticata solo a partire dalla fine della seconda elementare ma è possibile già individuare dei fattori di rischio che possono costituire dei campanelli di allarme come, ad esempio, un ritardo nello sviluppo del linguaggio e, ovviamente, anamnesi familiare positiva per Dsa.
Per i più piccoli sembra che ci sia la possibilità di risolvere il problema in modo innovativo e divertente, ossia tramite i videogames.
Uno studio pubblicato sulla rivista NPJ Science of Learning e guidato dall’Università di Bergamo e dall’Università di Padova, in collaborazione con l’Università di Pavia, l’Istituto Scientifico Eugenio Medea di Lecco, l’Università Sigmund Freud di Milano e l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale della Valle Olona (Varese), mostra che i videogame d’azione abbassano il rischio di sviluppare disturbi del linguaggio come la dislessia nei bambini.
La ricerca ha ottenuto risultati positivi su 120 bambini italiani all’ultimo anno di asilo, che hanno risolto i loro disturbi con sole 20 sessioni di gioco.
I ricercatori
“Il gioco è essenziale nello sviluppo del bambino ed è presente nell’uomo fin dalla prima infanzia. Il gioco potrebbe rappresentare l’ambiente arricchito ottimale per lo sviluppo cognitivo e l’apprendimento attivando una combinazione specifica di reti neurali su larga scala, compresi i percorsi emotivi e di ricompensa mesolimbici. Di conseguenza, l’attivazione neurale, fisiologica e biochimica guidata dal gioco potrebbe potenziare l’attenzione, la regolazione delle emozioni, il riconoscimento visivo degli oggetti e lo sviluppo del linguaggio”, scrivono i ricercatore.
“Diversi studi hanno dimostrato che i bambini affetti da questo disturbo mostrano miglioramenti grazie ai videogiochi. Da questa premessa abbiamo ipotizzato che i videogiochi d’azione potessero migliorare anche la percezione dei fonemi”, aggiunge Sara Bertoni dell’Università di Bergamo, prima autrice della ricerca coordinata da Andrea Facoetti dell’Università di Padova. “Il nostro studio dimostra che con solo 20 sessioni di gioco da 45 minuti con un videogame si annullano specificatamente i disturbi nella percezione dei fonemi”.
I progressi così ottenuti erano più che doppi rispetto a quelli ottenuti con trattamenti linguistici tradizionali e permangono anche a distanza di sei mesi.
“Questi risultati rivoluzionano le attuali conoscenze condivise sulla dislessia come un puro deficit linguistico dell’emisfero sinistro –commenta Facoetti – suggerendo un ruolo anche del controllo automatico dell’attenzione dell’emisfero destro”.
Inoltre, i dati raccolti sono fondamentali anche nell’ottica dei futuri programmi di prevenzione dei disturbi del neurosviluppo, come i disturbi dell’apprendimento, del linguaggio, della coordinazione motoria e dello spettro dell’autismo, estremamente comuni nella società contemporanea.