Alla Breast Unit dell’Ospedale Civico, l’ultimo sabato di ogni mese, a partire dal 25 novembre 2023, le donne con alta predisposizione allo sviluppo del tumore mammario potranno fare i seguenti esami: ecografia mammelle, mammografia con e senza mezzo di contrasto (Mdc) e risonanza magnetica.
Il progetto, dedicato alla presa in carico delle pazienti portatrici della mutazione dei geni Brca1 e Brca2 guarda ad un modello organizzativo in grado di conciliare le attività intensive ospedaliere con la loro presa in carico sul territorio dalla medicina generale.
L’iniziativa è promossa dall’associazione onlus N.i.n.a. con il sostegno dell’Ordine dei medici di Palermo.
La Breast Unit
“Una volta arrivate alla Breast Unit, le pazienti saranno accolte e seguite dalle ‘Ninette'”, ha spiegato il presidente di N.i.n.a Marica Castello.
“Devono sapere che non sono sole nel loro percorso di cura e per chi lo volesse, nell’attesa degli esami – prosegue -, è previsto anche un incontro di gruppo con le psicologhe dell’Arnas-Civico in cui è possibile confrontarsi, raccontare la propria esperienza o soltanto ascoltare“.
“Attraverso la messaggistica di WhatsApp, una decina di giorni prima – ha sottolineato Castello -. seguiremo tempi e modalità di cura, dalla prenotazione di un esame, al ricordo di un appuntamento, della documentazione da portare e dei codici di prescrizione delle ricette. Il progetto sarà implementato con una piattaforma digitale destinata ai medici di base per rendere più efficiente il servizio e la gestione delle pazienti, nel rispetto della normativa in materia di privacy e trattamento dei dati sanitari”.
Nella “Giornata della prevenzione” in prima linea gli specialisti Cristiana Duranti (radiologa e responsabile della Breast Unit), Antonino Martello (senologo), Lino Mesi (senologo), Giulia Musicò (ginecologa), Orazio Sanfilippo (chirurgo oncologico) e le psicologhe Luisa Calagna e Rosanna Lo Coco.
Il presidente dell’Omceo Toti Amato, consigliere del direttivo Fnomceo, tiene a precisare anche il ruolo fondamentale che hanno i medici di famiglia, specialmente per pa prevenzione poiché sono “i veri interpreti di una reale integrazione ospedale-territorio che accoglie e ascolta”.