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Pet therapy, in Sicilia si discute sul valore terapeutico: il disegno di legge all’Ars CLICCA PER IL VIDEO

mercoledì 16 Ottobre - 2024 | di Giorgia Görner Enrile | Categorie: News ed eventi, Salute, Video

Aiutano a placare l’ansia e lo stress, contribuiscono a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, rinforzano il sistema immunitario e facilitano i rapporti sociali. Questi sono solo alcuni dei benefici che si possono trarre grazie al contatto con gli animali.

La “Pet therapy” è stata riconosciuta in Italia come cura ufficiale per varie patologie col Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2003 su proposta del Ministro della Salute.

Nonostante tale riconoscimento, in Sicilia non sono stati attivati dei veri percorsi. In Commissione Sanità all’Ars però, oggi, viene proposto un disegno di legge che riconosce il valore terapeutico e riabilitativo degli animali domestici a supporto di tutti i soggetti con patologie neuromotorie, cognitive o psichiatriche finalizzato a migliorare la qualità della vita di adulti e bambini.

“Tenere animali in casa è diventata quasi una necessità, in una società che sta cambiando i modelli educativi e sociali. Soprattutto per i soggetti fragili“, spiega Carlo Gilistro, deputato del Movimento 5 Stelle a Sala d’Ercole e componente della VI Commissione, delegato per questo disegno di legge.

“Oggi, gli animali utilizzati non sono solo i cani e gatti, ma anche conigli, cavalli e soprattutto asini e non sono solo propedeutici alle terapie  -prosegue –. L’interazione sensoriale che si ha anche accudendoli è fondamentale. Voglio rassicurare a chi pensa che gli animali possano trasmettere malattie. Questo succede solo in rari casi. Anzi, l’esposizione, nei primi anni di vita dei bimbi serve a implementare le difese immunitarie“.

Il disegno di legge se approvato, “Permetterà di attivare programmi terapeutici per soggetti che si trovano presso strutture ospedaliere, centri di riabilitazione, centri residenziali e semi-residenziali sanitari, case di riposo. Ma anche scuole di ogni ordine e grado, istituti di detenzione, comunità di recupero, dei tossicodipendenti, centri gestiti da cooperative sociali”.

Gli Interventi assistiti con gli animali sono di tre:

  • Terapia Assistita con gli Animali (Taa): intervento di supporto ad altre terapie (co-terapia) finalizzato alla cura di disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale rivolto a soggetti affetti da patologie fisiche, psichiche, sensoriali o plurime, di qualunque origine. L’intervento è usualmente personalizzato sul paziente. Richiede apposita prescrizione, rilasciata dal medico di medicina generale, corredata da relazione del medico specialista o dello psicologo-psicoterapeuta. La riabilitazione equestre è una terapia assistita con gli animali che prevede l’impiego del cavallo.
  • Educazione Assistita con gli Animali (Eaa): intervento di tipo educativo e/o rieducativo rivolto sia a soggetti sani che diversamente abili e a persone affette da disturbi del comportamento. L’Eaa mira a migliorare il livello di benessere psico-fisico e sociale e la qualità di vita della persona. Rinforza, inoltre, l’autostima e aiuta a ricreare il senso di normalità del soggetto coinvolto. Attraverso la mediazione degli animali domestici vengono attuati anche percorsi di rieducazione comportamentale. L’Eaa trova quindi applicazione in diverse situazioni.
  • Attività Assistita con gli Animali (Aaa): intervento ludico-ricreativo a carattere occasionale rivolto a varie categorie di utenti, sia a soggetti sani che diversamente abili, finalizzato a migliorare la qualità della vita. Nelle Aaa la relazione con l’animale costituisce fonte di conoscenza, di stimoli sensoriali ed emozionali. Le Aaa in alcuni casi sono propedeutiche all’Eaa o alla Taa e sono finalizzate allo sviluppo di competenze attraverso la cura dell’animale, all’accrescimento della disponibilità relazionale e alla stimolazione dell’attività motoria.

“Una volta che sarà creato il capitolo e sarà emendato, i fondi dovranno essere giusti o le Asp potranno poi gestirli per i servizi”, conclude.

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