“No smoking, be free”. La stimolazione cerebrale diventa un’arma per combattere la dipendenza da nicotina.
Questo è possibile agendo sul cervello per modulare quelle aree che sono responsabili della dipendenza in modo non invasivo.
E all’AOU “G. Martino” di Messina apre un ambulatorio di neuromodulazione cerebrale ad hoc, diretto dalla Prof.ssa Anna Muscatello.
La terapia
Un percorso assistenziale attuato, all’interno dell’azienda ospedaliera, con un programma terapeutico combinato di tecniche di neuromodulazione per trattare la dipendenza da nicotina e migliorare i comportamenti ad essa associati. Si tratta della stimolazione magnetica transcranica (TMS) e della stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS): terapie di riferimento riconosciute e raccomandate, grazie ai vantaggi legati alla sicurezza, alla tollerabilità, al rapporto costo-efficacia e alla compatibilità con altri possibili trattamenti.
La persona sottoposta alla terapia è sveglia e non ci sono effetti collaterali dopo il trattamento. I campi magnetici e/o le correnti elettriche a bassissima intensità e non percepibili dalle persone sono concentrati sull’area cerebrale di interesse in modo da modulare le connessioni tra i neuroni, note come sinapsi. I cambiamenti di lunga durata nelle connessioni neurali, infatti, inducono mutamenti duraturi e persistenti nell’attività cerebrale, invertendo i modelli anomali determinati dalla dipendenza.
L’ambulatorio è coordinato dal Prof. Antonio Bruno, Associato di Psichiatria e dalla Dott.ssa Fiammetta Iannuzzo, Dottoranda di ricerca in Translational Molecular Medicine and Surgery dell’Università di Messina, con la collaborazione delle psicologhe Dott.sse Rosa De Stefano, Carmenrita Infortuna e Clara Lombardo.
“I trattamenti tradizionali – sia farmacologici che di supporto comportamentale – possono favorire una disassuefazione dal fumo di tabacco, spiega il Prof. Bruno, ma i risultati a lungo termine spesso si rivelano insoddisfacenti ed è pertanto necessario identificare nuove alternative efficaci e sicure per trattare tale forma di dipendenza. Negli ultimi trent’anni il fumo di sigaretta è stato responsabile di oltre 200 milioni di morti, pertanto la riduzione della prevalenza del fumo è probabilmente la forma più efficace ed economicamente vantaggiosa di prevenzione di malattie, disabilità e morte ad esso correlate, nonché una priorità fondamentale per la salute pubblica”.