Da gennaio 2024 sono stati individuati cinque varianti di morbillo che sfuggono ai test diagnostici. Al momento sono circoscritti in Lombardia, ma si potrebbero diffondere nel Paese e potrebbero essere di più.
“Le mutazioni riguardano il genotipo D8 che mostrano tre mutazioni che influiscono sulla diagnostica molecolare. Le mutazioni si sono verificate nella regione C-terminale (N-450) lunga 450 nt del gene della nucleoproteina (N) che di solito è il bersaglio dei test Pcr di trascrizione inversa in tempo reale comunemente utilizzati dai laboratori di sorveglianza. Nel dettaglio, le tre sostituzioni sinonime da T a C erano localizzate all’interno del sito di ricottura del primer inverso raccomandato dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC, Atlanta). Ciò si traduce in una leggera perdita di sensibilità del test”. A spiegarlo sono i ricercatori dell’Università Statale di Milano e dell’Istituto Superiore di Sanità che hanno segnalato i casi all’Oms.
Le varianti di morbillo sono stati individuati attraverso il rilevamento di IgM virus-specifiche nel siero con un test immunoassorbente legato a un enzima e di MeV-RNA sia nei campioni di urina che in quelli di tampone orofaringeo mediante RT-PCR in tempo reale.
I ricercatori evidenziano che i MeV con le mutazioni hanno analogie con contagi in Svizzera, ma potrebbero venire da Uzbekistan, Tailandia e Italia meridionale. I suddetti MeV sono caratterizzati dai tre mismatch descritti da Pérez-Rodríguez et al.