“L’Ordine dei Medici di Palermo conduce da anni una strenua battaglia contro certi studi legali che, con metodi spregiudicati, inducono i pazienti a rivalersi sui medici a scopo di lucro. Accogliamo con grande soddisfazione la delibera del Consiglio nazionale forense (Cnf) e all’intervento del presidente della Fnomceo Filippo Anelli. Finalmente viene riconosciuto il grave rischio, per la salute collettiva, delle campagne pubblicitarie che invitano a far causa ai professionisti della sanità, prospettando compensi legati al risultato”. A dichiararlo è Toti Amato, presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo.
La segnalazione
Il 24 novembre scorso, il Consiglio Nazionale Forense ha risposto a una segnalazione della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), richiamando l’attenzione sull’importanza di monitorare le iniziative pubblicitarie che incitano i pazienti a fare causa ai professionisti della sanità. Le campagne pubblicitarie promosse da alcune società commerciali, che propongono consulenze gratuite o a costi bassissimi con compensi legati al risultato, rischiano infatti di danneggiare la relazione tra medico e paziente, oltre a generare danni indiretti al sistema sanitario e ai cittadini.
Il Cnf ha ribadito che i Consigli dell’Ordine degli avvocati e i Consigli distrettuali di disciplina devono vigilare sull’operato degli iscritti, applicando sanzioni in caso di violazioni deontologiche. La Fnomceo, tramite una nota firmata dal presidente Filippo Anelli, ha sottolineato le negative ripercussioni di queste pratiche, tra cui la diffusione della cosiddetta “medicina difensiva” che potrebbe compromettere l’appropriatezza delle cure e il fondamentale rapporto di fiducia tra medico e paziente.
Amato ha poi evidenziato un altro aspetto cruciale: “L’idea che il medico sia un facile bersaglio legale incoraggia la medicina difensiva, che oggi in Italia costa tra i 10 e i 13 miliardi di euro all’anno. Una cifra enorme che grava non solo sui medici, ma su tutti i cittadini. La percezione del rischio da parte dei professionisti mina la serenità indispensabile per un’assistenza di qualità e spesso comporta esami e procedure non strettamente necessari a livello clinico, ma utili a prevenire possibili controversie legali”.
La collaborazione
“L’intervento del Consiglio Nazionale Forense che invita ad una sinergia corretta tra medici e avvocati è la via giusta per tutelare i diritti fondamentali dei cittadini e rinsaldare la fiducia che deve essere alla base di ogni rapporto di cura, promuovendo un clima di rispetto e serenità, essenziali per una cura adeguata”, sottolinea il presidente.