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Aneurisma dell’aorta, l’Arnas Civico di Palermo raggiunge il traguardo dei 2000 interventi

giovedì 31 Ottobre - 2024 | di Giorgia Görner Enrile | Categorie: News ed eventi

L’Arnas Civico di Palermo conferma di essere una struttura sanitaria di eccellenza segnando un nuovo record in chirurgia vascolare. Ieri, 30 ottobre, il direttore dell’Unità Francesco Talarico ha annunciato il traguardo di 2000 interventi tra il 2012 e il 2024 con un report.

L’aneurisma dell’aorta rappresenta un significativo problema di salute pubblica, che in Italia colpisce circa 5-10 persone ogni 100mila all’anno, prevalentemente uomini over 65. L’identikit delle persone più a rischio sono gli obesi, i cardiopatici insieme agli ipertesi e i dislipidemici.

Si tratta di una delle patologie più insidiose perché resta silente e quando si manifesta è subito pericolosa. La diagnosi precoce dell’aneurisma, rara e quasi sempre fortuita, e il trattamento tempestivo sono fondamentali per ridurre il rischio di complicazioni gravi e mortalità.

L’aneurisma dell’aorta 

L’aorta è la più grande arteria del corpo umano che trasporta sangue ossigenato a tutto il corpo. L’aneurisma è una dilatazione patologica di un suo segmento o di tutto il tratto toraco addominale, se non è identificato tempestivamente, prima che vada incontro a rottura, può essere fatale. La maggior parte degli aneurismi dell’aorta toracica non causa sintomi, anche se alcuni pazienti hanno dolore toracico o alla schiena. Altri sintomi e segni sono solitamente il risultato di complicanze  come la dissezione,la compressione delle strutture adiacenti, il tromboembolismo e la rottura.

L’andamento degli interventi negli ultimi anni?

“Ad oggi abbiamo eseguito più di 2000 interventi, ma in questi ultimi anni abbiamo registrato in Sicilia un rapido incremento dell’incidenza dell’aneurisma dell’arco aortico e di quello dell’aorta toracica e dell’aorta addominale. L’aumento è attribuibile a due fattori principali: l’allungamento della vita media dei pazienti e l’efficacia delle indagini diagnostiche di primo e secondo livello, che hanno permesso la diagnosi di aneurismi in pazienti che si presentavano in ospedale per altre patologie, con malattie ad esempio legate alla prostata per gli uomini o alle colicisti per le donne. La diagnostica per immagini ha reso possibile identificare la presenza dell’aneurisma, che nella maggior parte dei casi è silente e non manifesta sintomi fino a quando non diventa molto critica”.

Il fattore tempo nel trattamento in emergenza

“Il rapporto tempo-trattamento è cruciale. La mortalità legata all’aneurisma toraco-addominale è molto elevata e il buon esito dipende dalla rapidità della diagnosi e dell’intervento. In questo processo, il coordinamento nel territorio, l’azione del 118 e il tempo intercorso, dalla rottura dell’aorta, all’arrivo nei centri specializzati, sono due aspetti cruciali.
In Sicilia, le difficoltà geografiche, in particolare per i paesi dell’entroterra, possono complicare l’accesso ai centri di riferimento, anche se negli ultimi anni la situazione è molto migliorata. Ricevere anche una semplice Tac prima che il paziente arrivi ci consente spesso di velocizzare la diagnosi e di pianificare un intervento più rapidamente, open o endovascolare. Lo sviluppo della telemedicina potrebbe davvero salvare molte vite“.

Qual è il ruolo della terapia di rianimazione post-intervento?

“Dopo l’intervento, il recupero delle funzioni vitali è fondamentale. Tuttavia, la rianimazione di questi pazienti è spesso caratterizzata da un alto rischio di complicanze gravi, che richiedono una gestione attenta e adattata all’alto rischio. Se il paziente arriva in condizioni emodinamiche instabili, la situazione è più complessa, ma grazie al nostro team di anestetisti e rianimatori dedicati esclusivamente al trattamento degli aneurismi e alla disponibilità h 24 della Chirurgia vascolare che dirigo, abbiamo migliorato notevolmente i risultati. Ma alla base di ogni singolo successo restano la rapida diagnosi e il trattamento tempestivo. Così come resta indiscussa l’importanza della prevenzione e delle campagne di sensibilizzazione su tutto il territorio, che dovrebbero essere realizzate in collaborazione con i medici di famiglia“.

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