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Sicurezza dei pazienti, Mannone: “Migliorare processi diagnostici e coinvolgimento attivo di tutti gli attori”

martedì 17 Settembre - 2024 | di Giorgia Görner Enrile | Categorie: Lavoro

23 decessi ogni diecimila abitanti per casi di malasanità a Palermo e Messina.  Sono questi i numeri dell’ultimo rapporto Istat che delinea le condizioni di salute e l’offerta sanitaria presente nelle città metropolitane. Un numero che spaventa e che deve diminuire insieme a tutti gli “eventi avversi“. A ricordarcelo è la Giornata mondiale per la sicurezza del paziente, che si celebra oggi 17 settembre.

L’iniziativa

Il tema scelto dalla World Health Organization (WHO) per celebrare questa sesta edizione è Il miglioramento dei processi diagnostici per garantire la sicurezza dei pazienti (“Improving diagnosis for patient safety”).  L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) intende così favorire in modo significativo la riduzione degli errori diagnostici attraverso interventi che coinvolgano i processi, i fattori umani e la partecipazione attiva dei pazienti, delle loro famiglie, degli operatori sanitari e dei leader sanitari.

“E’ un’opportunità per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere la collaborazione tra pazienti, operatori sanitari, politici e leader sanitari“, evidenzia Tommaso Mannone, Risk manager dell’Aoor Villa Sofia-Cervello di Palermo.

La corretta diagnosi

“Fondamentale per la salute dei pazienti è la diagnosi -spiega -. Una corretta diagnosi identifica il problema di salute di un paziente ed è la chiave di accesso alle cure e ai trattamenti sanitari di cui necessita. Un errore diagnostico manifesta l’incapacità di individuare una spiegazione appropriata e puntuale del problema di salute di un paziente, e includiamo diagnosi ritardate, errate o mancate, o l’incapacità di comunicare tale spiegazione al paziente. La sicurezza diagnostica può essere significativamente migliorata affrontando i problemi basati sui sistemi e i fattori cognitivi che possono portare a errori diagnostici. I fattori sistemici riguardano prevalentemente alcune vulnerabilità organizzative che predispongono a errori diagnostici, inclusi errori di comunicazione tra operatori sanitari o operatori sanitari e pazienti. I fattori cognitivi comprendono la formazione e l’esperienza del medico, nonché la predisposizione a errori, ma anche stress e fatica.

È nello spirito dell’OMS lavorare con tutte le parti interessate per dare priorità alla sicurezza diagnostica e adottare un approccio articolato per rafforzare i sistemi. Ma anche progettare percorsi diagnostici sicuri, supportare gli operatori sanitari nel prendere decisioni corrette e coinvolgere i pazienti durante l’intero processo diagnostico – sottolinea -. Fondamentale, quindi, è che i pazienti o i familiari di coloro che hanno subito danni evitabili siano coinvolti nella progettazione di soluzioni e nel processo decisionale condiviso presso la struttura di cura”.

Il coinvolgimento dei pazienti

La centralità della persona assistita nella programmazione delle scelte sanitarie e il suo coinvolgimento nel processo assistenziale e di cura è un elemento utile e necessario in un sistema sanitario moderno e volto al miglioramento della qualità dei trattamenti e della sicurezza delle cure. Questo rende il paziente un alleato insostituibile del sistema per perseguire i comuni obiettivi di efficienza, efficacia e sicurezza dei servizi sanitari -conclude -. Inoltre si assiste anche a un incremento della soddisfazione percepita dal paziente oltre che a migliori esiti di salute”.

Le strategie dell’Oms per il miglioramento dei processi diagnostici:

  1. aumentare la consapevolezza globale degli errori nella diagnosi che contribuiscono al danno del paziente;
  2. dare risalto alla sicurezza diagnostica nelle politiche per la sicurezza dei pazienti e nella pratica clinica a tutti i livelli dell’assistenza sanitaria, in linea con il “Global Patient Safety Action Plan 2021–2030”,
  3. promuovere la collaborazione tra i responsabili politici, i leader dell’assistenza sanitaria, gli operatori sanitari tutti, le organizzazioni dei pazienti e altre parti interessate;
  4. consentire ai pazienti e alle famiglie di impegnarsi attivamente con gli operatori sanitari e i leader dell’assistenza sanitaria per migliorare i processi diagnostici.

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