In occasione della XXXI Giornata Mondiale Alzheimer a Gela si incontreranno numerosi professionisti, medici e non solo, per approfondire le proprie conoscenze e competenze sul tema durante l’evento dal titolo “La demenza e i disturbi cognitivi quale problematica socio sanitaria del 3° millennio”, organizzato dall’Omceo di Caltanissetta.
La giornata del 21 settembre 2024 prevede infatti un susseguirsi di interventi da parte di illustri relatori che riguarderanno ad esempio i nuovi criteri diagnostici, ma anche le nuove frontiere terapeutiche e la prevenzione nonché l’assistenza del paziente con deficit cognitivo in medicina generale.
L’evento
Si comincia infatti di mattina con un corso di aggiornamento multidisciplinare che si rivolge in particolare a medici chirurghi, medici di famiglia e pediatri di libera scelta.
L’evento, che si svolgerà all’interno della sala convegni della Villa Peretti sulla S.S. 117 bis Gela-Catania al km.91, proseguirà anche con una sessione pomeridiana in cui si darà spazio alle proposte e prospettive parlando nello specifico di Alzheimer e dell’importanza delle associazioni dei familiari e tra i vari argomenti si discuterà anche degli aspetti normativi e della legge 328/2000.
“Il corso ha l’obiettivo di sensibilizzare sia l’ambito sanitario che quello sociale- spiega il medico di medicina generale Orazio Antonio Caccamo – nonché tutta l’opinione pubblica. Purtroppo con l’allungamento della vita media sono sempre di più frequente riscontro le patologie cronico-degenerative così come i deficit cognitivi, le demenze e la malattia di Alzheimer che procurano molto spesso un effetto devastante e sconvolgente sia sulla persona che ne è affetta che sui familiari conviventi. Per tali problematiche, il convegno è stato strutturato in 2 parti. Nella parte mattutina si inquadreranno i criteri diagnostici e le prospettive terapeutiche farmacologiche. Nella parte pomeridiana si affronteranno le problematiche assistenziali e di sostegno sia per il paziente che per i familiari che molto spesso si trovano da soli a farsi carico della persona con grave deficit cognitivo. La speranza- conclude -è che nel territorio si realizzino delle strutture che forniscano aiuto sia al paziente che alle relative famiglie”.