“I dati del 2022 mostrano un incremento delle infezioni sessualmente trasmesse soprattutto tra i giovani”. Lo dice Barbara Suligoi, direttrice del Centro operativo Aids dell’Istituto superiore della Sanità.
Un dato preoccupante riguarda anche i casi di clamidia: “Anche sulla clamidia il riscontro è analogo: dagli 800 casi del 2019 si è giunti nel 2022 a 993, con un aumento del 25% – afferma-. L’aspetto più rilevante è il coinvolgimento giovanile, in particolare le ragazze under 25: la prevalenza della clamidia tra le giovani di questa fascia d’età è del 7%, mentre sopra i 40 anni è appena 1%. In 3 casi su 4 l’infezione è asintomatica, quindi molte ragazze non se ne accorgono per lungo tempo“.
Uno dei problemi più rilevanti nei giovani è la mancanza di consapevolezza sulle malattie sessualmente trasmissibili.
“I giovani spesso non sanno dove reperire le informazioni e dove eseguire i necessari controlli, non si recano regolarmente presso uno specialista come avviene in età adulta con il ginecologo e l’andrologo. Inoltre, spesso si informano sul web, con fonti approssimative se non fuorvianti – fa notare Suligoi -. Questi elementi avviano un circuito di non consapevolezza, che aumenta esponenzialmente nei momenti di socialità, in cui si abbassa la soglia della prudenza, con la perdita delle inibizioni e delle protezioni. Inoltre, alcuni ragazzi fanno uso di droghe o di chemsex, ma, considerando queste attività occasionali, non le ritengono, erroneamente, situazioni di rischio. Servirebbe quindi una maggiore informazione, un’educazione all’affettività a livello scolastico, percorsi chiari sul territorio per chi abbia bisogno di una consulenza tempestiva in caso di sospetto di aver contratto una Ist”.