L’antimicrobico-resistenza (AMR) avanza senza sosta, minacciando la sanità pubblica e mettendo a rischio cure che davamo per scontate. È un’epidemia silenziosa che, senza clamore, sta sgretolando le fondamenta della medicina moderna. Ogni anno, migliaia di pazienti soccombono a infezioni un tempo curabili. Gli antibiotici, un’arma rivoluzionaria che ha cambiato la storia dell’umanità, stanno perdendo la loro efficacia, lasciando il mondo esposto a malattie che avremmo dovuto sconfiggere decenni fa.
Le cifre sono impietose: in Europa, oltre 670.000 persone contraggono infezioni da batteri resistenti ogni anno, e più di 35.000 ne muoiono. Un terzo di questi decessi si verifica in Italia (ECDC, 2023), un paese che si conferma tra i più colpiti. Se non si agisce con decisione, entro il 2050 l’AMR potrebbe diventare la prima causa di morte al mondo, superando il cancro. Un ritorno a un’era pre-antibiotica non è più un’ipotesi lontana, ma una condanna scritta se non si cambia rotta.
Le azioni del Ministero della Salute
Per arginare questa minaccia, il Ministero della Salute ha predisposto un piano triennale di finanziamenti destinati al Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza (PNCAR) 2022-2025. La somma stanziata è di 120 milioni di euro, suddivisi tra il 2023 e il 2025. Basterà questo intervento a contenere un disastro già in atto?
I fondi verranno assegnati alle Regioni in base alla popolazione residente al 1° gennaio 2024. Sono escluse le Regioni a statuto speciale e le Province autonome, eccetto la Sicilia, che partecipa alla spesa sanitaria per il 49,11%. La Lombardia sarà la Regione con il finanziamento maggiore, oltre 22,8 milioni di euro, seguita da Lazio e Campania. Il Molise riceverà il contributo più basso, pari a circa 659mila euro. Ma il denaro, da solo, non ferma i batteri.
Azioni necessarie: il tempo sta scadendo
L’accesso ai fondi non sarà automatico. Entro 90 giorni dalla stipula dell’Intesa, ogni Regione dovrà adottare una delibera che dettagli le azioni da intraprendere in ambito umano, veterinario e ambientale, in linea con il PNCAR. La mancata presentazione della delibera o una valutazione negativa comporterà la perdita dei fondi per il 2023. Un rischio che non possiamo permetterci.
Le misure finanziabili includono:
- monitoraggio serrato sull’uso degli antibiotici e sulle infezioni ospedaliere;
- rafforzamento delle misure igieniche, in particolare l’igiene delle mani, secondo le linee guida OMS;
- controllo ambientale della resistenza antimicrobica nei reflui urbani;
- riduzione drastica dell’uso non necessario di antibiotici in ambito umano e veterinario;
- campagne di sensibilizzazione per informare cittadini e operatori sanitari sul pericolo imminente.
L’approccio One Health
Il riparto dei fondi segue il principio One Health, che riconosce l’interconnessione tra salute umana, animale e ambientale. Ma la verità è che l’Italia e il mondo intero stanno già pagando il prezzo di decenni di superficialità nell’uso degli antibiotici. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito l’AMR tra le minacce sanitarie più gravi della nostra epoca. Il rischio non è futuro, è già qui e il tempo per invertire la rotta si sta esaurendo.
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