E’ l’ IL -1β + ad alimentare l’infiammazione patogena nel cancro del pancreas.
La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, si deve a un team di ricerca italiano che ha permesso di individuare un bersaglio terapeutico per rallentare la progressione della malattia.
In Italia ogni anno si registrano circa 14mila nuovi casi di tumori del pancreas: 6800 nei maschi e 7400 nelle femmine con un’incidenza pari a 3,5% nel primo caso e 4,1% nel secondo.
La ricerca
E’ stata guidata dall’Istituto San Raffaele di Milano, con l‘Istituto Telethon di terapia genica e l’Università Vita e Salute. Vi hanno collaborato inoltre le Università di Torino e Verona, l’Istituto francese per la sanità e la ricerca medica (Inserm), il centro di ricerca Biopolis di Singapore e l’Università di Shanghai.
A favorire la crescita dell’adenocarcinoma duttale del pancreas, forma di tumore purtroppo ancora molto letale, è la speciale alleanza fra un particolare tipo di cellule immunitarie, chiamate macrofagi IL-1beta+, e alcune cellule tumorali molto aggressive e note per essere legate a infiammazioni.
“Si tratta di una sorta di un circolo vizioso autoalimentato. I macrofagi rendono le cellule tumorali più aggressive, e le cellule tumorali riprogrammano i macrofagi in grado di favorire l’infiammazione e la progressione della malattia“, osserva il coordinatore della ricerca Renato Ostuni, responsabile del laboratorio di Genomica del Sistema Immunitario Innato all’Istituto Sr-Tiget e professore associato all’Università Vita-Salute San Raffaele.
“Abbiamo fatto un bel passo avanti nella comprensione dei processi biologici alla base della malattia. Tuttavia siamo a uno stato di ricerca preclinica ancora distante dall’applicazione nei pazienti. I prossimi anni saranno essenziali per identificare le potenzialità e le modalità più appropriate per agire su questo nuovo bersaglio terapeutico”, dicono gli autori della ricerca.