Presso la Divisione di Cardiologia dell’ospedale Garibaldi Centro di Catania, diretta dal dott. Salvatore Felis, è stato impiantato il primo caso in Italia, e secondo al mondo, di pacemaker senza fili “leadless” in grado di garantire sincronia atrioventricolare (AV) in un paziente affetto da cardiomiopatia ischemica cronica, in trattamento dialitico ed in terapia immunosoppressiva cronica, già sottoposto a trapianto di cuore nel 1999.
La storia – Il paziente giunge presso l’ambulatorio di aritmologia per riscontro, ad esame Holter, di pause maggiori di 2,5 secondi e blocco atrioventricolare (BAV) di II° con conduzione 2:1 e 3:1 intermittente. Trattandosi di un paziente cardiotrapiantato che, causa insufficienza renale cronica, si sottopone più volte a settimana a trattamento dialitico, ci spiega il dott. Arcidiacono responsabile dell’U.O.S. di Riabilitazione Cardiaca, si è scelto di aiutare il suo cuore attraverso l’impianto di un pacemaker senza fili leadless per cercare di ridurre al minimo, se non annullare del tutto, il rischio di infezioni.
L’intervento – L’intervento salvavita è stato eseguito dal dott. Giuseppe Calvagna cardiologo interventista, stimato a livello nazionale per i suoi interventi innovativi.
Coadiuvato in sala dal dott. Giuseppe Arcidiacono e dal dott. Domingo Castelli afferma che “il pacemaker leadless senza fili per la prima volta nella storia della cardiologia e dell’elettrostimolazione, ci consente non solo di risolvere il problema cardiaco ma di garantire ai nostri pazienti un completo ritorno alla vita di prima senza alcuna limitazione all’attività fisica post intervento.”
“A differenza dei pacemaker transvenosi tradizionali”, prosegue il dott. Arcidiacono, “il dispositivo senza fili è così piccolo da venir posizionato direttamente nel cuore attraverso una vena che parte dalla zona inguinale eliminando, in tal modo, tutte quelle complicanze, di natura infettiva e meccanica, correlate sia alla presenza dei fili dentro al cuore che alla tasca dove viene alloggiato il pacemaker tradizionale.”
Trattandosi, quindi, di un paziente cardiotrapiantato, ad alto rischio infettivo perché in trattamento dialitico settimanale si è scelto di utilizzare la tecnologia senza fili per cercare di ridurre al minimo, se non annullare del tutto, il rischio di infezioni.
La direzione strategica – Questi interventi innovativi costituiscono un esempio di buona sanità frutto di un ottimo lavoro sinergico tra l’equipe medico – infermieristica e la direzione strategica. “Questo reparto” prosegue il dott. Fabrizio De Nicola, direttore generale dell’azienda ospedaliera ARNAS Garibaldi, “si caratterizza per essere un’eccellente punto di riferimento sul territorio dimostrando, attraverso un intervento così innovativo, il secondo in tutto il mondo, di un pacemaker senza fili leadless in un paziente cardiotrapiantato, quello che i cittadini si aspettano da un ospedale di secondo Livello.”
“Un risultato del genere” prosegue il dott. Giuseppe Giammanco, direttore sanitario dell’azienda ARNAS Garibaldi “è frutto non solo di un grande sforzo economico per l’acquisto di una tecnologia così avanzata ma anche di una profonda pianificazione strategica nell’acquisizione di risorse e competenze nella professionalità.”
L’amministrazione dell’ARNAS Garibaldi in piena condivisione e sinergia con le altre aziende ospedaliere sul territorio da anni è ormai focalizzata nel creare dei protocolli di cura innovativi che, attraverso un’interazione efficace tra paziente, operatore sanitario e tecnologia, mettano il cittadino e i suoi bisogni al centro del percorso di cura.