“Non si stia facendo abbastanza per la Sanità italiana. Il rischio è la disgregazione del Sistema pubblico e di implementazione del privato con ricadute inevitabili sulle persone meno abbienti”.
Santo Pitruzzela, presidente dell’Ordine dei Medici di Agrigento, ha espresso forti preoccupazioni sulla situazione della sanità pubblica italiana, alla luce delle disposizioni contenute nella Manovra 2025.
“L’attuale piano di investimenti non è sufficiente a sostenere il Sistema sanitario nazionale, aprendo le porte a una crescente disgregazione del servizio pubblico a favore del privato. Tale tendenza – avverte – rischia di colpire la popolazione, aggravando le disuguaglianze di accesso alle cure”.
Carenza personale e sicurezza
“I nodi da sciogliere sono tanti. Primo tra tutti la carenza di medici e, concordo pienamente con il presidente di Fnomceo Filippo Anelli, dall’adeguamento dei salari al quale aggiungo la sicurezza dei nostri operatori impegnati nelle aree di emergenza-urgenza e, talvolta, anche nelle strutture territoriali. In tal senso, un passo avanti è stato compiuto con il decreto, purtroppo di soli cinque articoli, che introduce l’arresto in flagranza di reato e quello differito entro le 48 ore. Inoltre, vengono stabilite pene più severe per chi danneggia strutture sanitarie. Questo provvedimento rappresenta un piccolo passo avanti, ma non è considerato sufficiente a risolvere i problemi strutturali della sanità italiana“.
Fondi e Lea
Il presidente ha criticato, anche, il limitato stanziamento di fondi nella Manovra 2025 per l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea).
“Sono solo 50 milioni di euro annui, dal 2025 al 2030. Tali risorse, peri i Lea che ancora non sono stati aggiornati – spiega -. Si rischia che i fondi siano insufficienti per garantire l’entrata in vigore dei nuovi tariffari all’inizio del prossimo anno e che si creino ulteriori ritardi e disservizi. Anche per quanto riguarda la prevenzione, è bene sottolineare come il finanziamento, già in calo, risulta essere inferiore alla media europea – prosegue -. Insomma, i problemi da risolvere sono davvero molteplici e i fondi non risultano sufficienti a garantire l’erogazione di un servizio sanitario capace di rispondere adeguatamente alla domanda di salute dei cittadini”.
“E’ necessario – conclude – aumentare le risorse dedicate alla Sanità. Serve un’inversione di tendenza o il sistema rischia di non poter rispondere al diritto alla salute, come previsto dalla Costituzione”.