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Sergio Gargano, il medico che porta salute tra Palermo e la Tanzania

giovedì 20 Febbraio - 2025 | di Redazione | Categorie: Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Palermo

C’è chi esercita la medicina in uno studio e chi la porta ovunque sia necessaria. Sergio Gargano, medico di famiglia a Palermo, ha scelto entrambe le strade. Ha creato un ambulatorio per chi è ai margini del sistema sanitario, proseguendo l’esperienza di un presidio dedicato ai migranti, dove ha mosso i primi passi come studente dell’ultimo anno di medicina.

Missionario laico in diversi Paesi africani, il suo impegno va ben oltre lo studio e il territorio locale, dove è un punto di riferimento per chi vive nei quartieri popolari e per i migranti che affollano il centro storico. Offre un servizio essenziale a chi, a causa della povertà o dell’irregolarità burocratica, resta escluso dalla sanità pubblica. Da circa vent’anni ha curato migliaia di persone, affiancando la professione medica quotidiana alle missioni sanitarie in Africa, portando assistenza dove il diritto alla salute è ancora un privilegio. Ha inoltre costruito reti solidali, aperto ambulatori e avviato progetti di sviluppo, dimostrando che la medicina può, e deve, essere molto più di un mestiere.

L’equilibrio tra il lavoro di medico di famiglia e l’impegno missionario

“Conciliare non è semplice. Un medico di famiglia deve essere sempre presente per i propri pazienti, ma ho scelto di vivere la mia professione come un servizio, senza confini geografici. Non mi pesa sacrificare tempo e risorse perché credo profondamente nel valore di ciò che facciamo – Gargano -. A Palermo tutto è iniziato con le ronde notturne insieme al collega Francesco Russo. Visitavamo chi viveva per strada e offrivamo assistenza ai senzatetto e alle donne vittime di sfruttamento. Poi nel 2010, con i collaboratori storici, abbiamo deciso di strutturare questa esperienza e fondare AgisciPalermo. Da quel momento, il lavoro si è ampliato fino alla creazione dell’ambulatorio Ippocrate a Ballarò nel 2011 e della Casetta della Salute nel 2020. In Tanzania l’impegno è altrettanto intenso. Ogni anno, quando riusciamo, partiamo con un team di medici e professionisti per portare cure e costruire nuove strutture. Sono già una dozzina le missioni realizzate. Insieme a noi non ci sono solo medici, ma anche muratori, falegnami, elettricisti, perché spesso oltre alle cure servono scuole, presidi medici e altre strutture che restino a disposizione della comunità anche dopo la nostra partenza”.

Le missioni in Tanzania, i progetti realizzati e l’indipendenza economica

Ogni missione nasce dall’analisi del territorio e dalle richieste della comunità locale. Spesso ci appoggiamo a istituzioni religiose, che ci segnalano le necessità più urgenti. A volte sono le stesse persone del posto a venire in Italia per raccontarci le loro esigenze e pianificare insieme gli interventi. In Tanzania abbiamo costruito scuole, ambulatori, strutture sanitarie. Nell’ultima spedizione eravamo in 19, tra medici e specialisti, ma con noi c’erano anche muratori e falegnami per completare alcuni progetti edilizi. In ogni viaggio cerchiamo di lasciare qualcosa di concreto. Finanziamo tutto grazie alle donazioni e al 5 per mille. Vogliamo che il nostro modello resti basato sul volontariato puro perché ci permette di lavorare senza vincoli burocratici, con la certezza che ogni risorsa vada direttamente ai progetti. Il circolo virtuoso che si è creato ci permette di sostenere le spese di gestione delle strutture sanitarie a Palermo, l’acquisto di medicinali e la realizzazione delle strutture nelle varie missioni”.

Le sfide future per la medicina solidale

A Palermo la sfida più grande è garantire la continuità del servizio. L’apertura di strutture come la Casa del Sole, che rafforzano la medicina di prossimità per i pazienti vulnerabili, è un passo importante; colma un gap e ci auguriamo che prosegua oltre la fase sperimentale. Noi continueremo a dedicarci all’accoglienza e alla cura, impegnandoci ad ampliare le specializzazioni e le attrezzature dell’ambulatorio Ippocrate e della Casetta della Salute, per offrire un servizio sempre più completo ed efficace. In Tanzania invece la sfida è la sostenibilità a lungo termine: costruire una scuola è fondamentale, ma occorre garantirne il funzionamento. Per questo lavoriamo a collaborazioni più stabili con partner locali, affinché le strutture restino operative anche in nostra assenza”.

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