Oltre un milione di siciliani sono affetti da patologie croniche, un numero destinato ad aumentare.
Questo a causa dell’invecchiamento della popolazione e l’aumento della sopravvivenza. La cronicità rappresenta, difatti, uno dei più rilevanti problemi di salute che assorbe circa l’80 per cento dei costi in Sanità.
Propio per questo al Policlinico di Palermo, venerdì 31 marzo, presso l’Accademia delle Scienze mediche (Pad. 24), si parlerà della gestione della cronicità da un punto di vista clinico-organizzativo, e delle soluzioni per favorire un sistema efficace per soddisfare i bisogni di salute dei pazienti.
L’evento “Piano della cronicitá: vecchie soluzioni, nuovi approcci” è promosso dall’ANMDO, l’Associazione nazionale dei medici delle direzioni ospedaliere.
Il convegno
Nel corso dell’incontro, relatori nazionali e regionali si confronteranno sui modelli organizzativi da adottare per gestire diverse malattie croniche, da quelle cardiologiche a quelle neurologiche, le demenze, le malattie respiratorie, e anche i tumori.
Tra i relatori anche il professore Luigi Cavanna, presidente del Cipomo, il Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri. Nel 2020, in piena emergenza Covid, l’oncologo balzò alla ribalta nazionale e internazionale per essere stato il primo a organizzare un’unità mobile di diagnosi e cure domiciliari per i malati. A Cavanna il prestigioso settimanale statunitense “Time” ha dedicato una copertina, definendolo uno degli eroi in prima linea contro il Covid.
“La cronicità è l’epidemia del terzo millennio – afferma Luigi Aprea, direttore sanitario di presidio dell’Azienda ospedaliera universitaria e consigliere nazionale dell’ANMDO –. L’allungamento della vita media e il progressivo invecchiamento della popolazione sono un successo della scienza, ma al contempo una sfida sempre più̀ complessa per il sistema sociosanitario. Questo perché vi è un aumento del peso delle malattie croniche degenerative per le quali l’accessibilità ai servizi è difficile. Il quadro sulla cronicità̀ ha una connotazione sociale, con significative differenze di genere, territoriali e di condizione socio-economica. L’assistenza territoriale e domiciliare resta il più grande punto debole del nostro Ssn”.
I fondi del PNRR dovranno servire a potenziare l’assistenza territoriale tramite la creazione di nuove strutture, come Ospedali di Comunità e Case della Comunità, dall’altro a rafforzare l’assistenza domiciliare mediante lo sviluppo della telemedicina, la digitalizzazione e l’implementazione del personale dedicato.
“ L’Azienda ospedaliera universitaria ha scelto di investire nella medicina di precisione, nelle innovazioni tecnologiche che puntano a garantire l’appropriatezza dei percorsi clinico assistenziali, e nella realizzazione di una vera cooperazione tra le aziende del Servizio sanitario regionale. L’obiettivo è quello di consentire una qualità di vita che rispetti sempre la dignità della persona, realizzando equità di accesso e di assistenza a tutti i cittadini”, conclude il Commissario del Policlinico Salvatore Iacolino.