la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri chiede al Governo nazionale di riconoscere come attività usurante la professione dei medici e degli operatori sanitari dell’Emergenza-urgenza, ospedaliera e territoriale. Inoltre, i medici richiedono anche una speciale indennità economica.
Il presidente Filippo Anelli, è sceso in piazza insieme alla Società italiana di Medicina di Emergenza-Urgenza, per manifestare sotto il Ministero della Salute di Lungotevere Ripa per chiedere interventi urgenti e mirati sui pronto soccorso italiani.
“Sono intervenuto più volte – ha continuato – nei confronti del Governo e del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, per sostenere le richieste di questi colleghi: il riconoscimento di attività usurante e anche un incentivo economico, sul quale il Ministro mi è sembrato assolutamente concorde e impegnato nella ricerca delle risorse necessarie”.
“Quindi attendiamo fiduciosi oggi – ha concluso – proprio a seguito di questa manifestazione, risposte chiare e precise per una categoria che merita sicuramente una grandissima attenzione. Il nostro convincimento è rafforzato dalla disponibilità dimostrata anche in questa occasione dal Ministro, che ha voluto incontrare i vertici della Simeu”.
Secondo la normativa vigente, i lavori usuranti è attivabile dai soli lavoratori dipendenti (sia del settore privato che del pubblico impiego) che abbiano svolto nell’arco della propria vita lavorativa talune attività. Le attività in questione sono riconducibili alle seguenti quattro macro-categorie.
LAVORO USURANTE
Secondo il D.Lgs. 374/1993 i lavori usuranti come “quelli per i quali “è richiesto un impegno psicofisico particolarmente intenso e continuativo, condizionato da fattori che non possono essere prevenuti con misure idonee”.
Per la Corte di cassazione:
1) induce a uno sfruttamento anormale, eccessivo, sproporzionato, doloroso delle energie residue;
2) provoca l’instaurarsi di uno stato patologico o l’aggravarsi di uno stato patologico preesistente;
3) determina un grave pregiudizio della residua efficienza fisica;
4) logora l’organismo.