Per la giornata mondiale del sonno 2023, che si celebra oggi, 17 marzo, abbiamo voluto ricordare che il “Il sonno è essenziale per la salute” e, per farlo, abbiamo intervistato il dottor Daniele Lo Coco, direttore dell’Unità operativa complessa di Neurologia e Stroke Unit dell’Ospedale Villa Sofia.
Lo specialista, oltre a spiegare i vari disturbi, come riconoscerli e la correlazione con altre patologia, ci parla delle nuove terapie farmacologiche che possono effettivamente salvare la vita.
La giornata
L’iniziativa è stata promossa per la prima volta nel 2008 dalla ‘World
Sleep Society‘ e in Italia dall’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS). Si celebra nel secondo venerdì del mese di marzo che è quello precedente all’equinozio di primavera, simbolo della rinascita e del risveglio della natura che ha una forte influenza sul ritmo biologico di ognuno di noi.
I disturbi del sonno
In Italia sono ben 12 milioni le persone che ne soffrono.
Possono rappresentare marker predittivi del possibile sviluppo di una patologia neurodegenerativa e spesso si associano ad altre malattie, soprattutto a carico del sistema nervoso.
I principali sono :
- l’insonnia, che, in forma più o meno grave, colpisce circa il 41% della popolazione;
- la sindrome delle apnee in sonno, di cui soffrono circa 2 milioni di italiani;
- la sindrome delle gambe senza riposo, che colpisce 3 milioni di italiani;
- i disturbi del ritmo circadiano.
Alcuni studi mostrano che almeno un disturbo è presente: nel 70-90% dei pazienti con malattia di Parkinson, nel 80-90% dei pazienti con malattia di Alzheimer, nel 50-60% dei pazienti con sclerosi multipla.
Il troppo sonno o troppo poco riposo, inoltre, sono due condizioni legate a maggior rischio di malattie cardiovascolari e di morte. A confermarlo è stato un maxi-studio che ha coinvolto oltre 116.000 persone in 7 regioni (21 paesi) del mondo, pubblicato sull’European Heart Journal, il primo condotto a livello globale su questo argomento.
Su 1.000 persone che dormono mediamente 6-8 ore per notte, 7,8 sviluppano un problema cardiovascolare e muoiono ogni anno, contro 9,4 persone che dormono mediamente 6 o meno ore per notte, pari a un aumento di rischio del 9,8% per questi ultimi.
Inoltre è emerso che su 1.000 persone che dormono mediamente 8-9 ore per notte 9,4 sviluppano un problema cardiovascolare e muoiono ogni anno; la quota sale a 10,4 per 1.000 per chi dorme 10 ore a notte, fino a 14,8 per 1.000 per chi dorme oltre 10 ore a notte. Il rischio aumenta rispettivamente del 5%, 17% e 41% per questi tre gruppi.
Qualità della vita
Per migliorare la qualità della vita delle persone affette dai disturbi del sonno esistono terapie a base di farmaci e dispositivi medici, ma anche terapie comportamentali.
L’importanza della terapia comportamentale è particolarmente rilevante per le persone che soffrono di disturbi cronici o gravi come l’apnea notturna, poiché possono causare problemi di salute come ipertensione, obesità e diabete.