L’Unità operativa complessa di Cardiologia dell’ASP di Ragusa, diretta da Antonino Nicosia, aderisce all’iniziativa “Cardiologie aperte” dell’ANMCO (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri), che dal 14 al 19 febbraio, attraverso un centralino dedicato, ha l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sui fattori di rischio e sulla prevenzione cardiovascolare.
“Oltre a rispondere al centralino dell’ANMCO, che smisterà le chiamate in base alla loro provenienza – dice il dottore Nicosia -, a Ragusa offriremo l’opportunità, per chiunque lo desiderasse, di accedere alla televisita. Ciò sarà possibile grazie a un meccanismo collaudato, che la nostra U.O.C. utilizza in maniera ormai routinaria con i pazienti a basso rischio”.
“In questi anni – sottolinea il primario -, grazie alla lungimiranza della direzione strategica aziendale, a un nuovo approccio culturale e all’incentivazione dei sistemi di cardiologia digitale, abbiamo gestito molte problematiche a distanza: da un lato, ciò permette ai pazienti di mantenere un rapporto costante col cardiologo di riferimento, attivando un contatto quando necessario; dall’altro, consente di non sovraccaricare gli ambulatori con attività di counseling (dalla gestione di una specifica terapia, al controllo delle analisi del sangue) che sono gestibili anche in televisita. Alla fine di ogni giornata, per un’ora, il medico d’ambulatorio si dedica a questa attività. La telecardiologia in futuro sarà una realtà ineludibile. Ragusa, per fortuna, è già pronta”.
Al netto della televisita, il reparto di Cardiologia dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Ragusa ha introdotto il telemonitoraggio: esso si rivolge prevalentemente ai pazienti con scompenso cardiaco, che necessitano della valutazione costante di alcuni parametri come la pressione arteriosa, il peso corporeo e la saturazione dell’ossigeno.
“Il telemonitoraggio – spiega Nicosia – avviene attraverso l’app Cura Cuore, che consente al paziente di inserire sullo smartphone, ad intervalli prestabiliti, i dati richiesti. Questi vengono inviati all’ambulatorio di controllo remoto, dove i tecnici di Cardiologia filtrano ogni informazione, valutano gli allarmi e l’eventuale insorgenza di complicazioni, mettendosi in contatto coi cardiologi di reparto. In caso di necessità, i pazienti vengono convocati in ospedale per un controllo. Da remoto – aggiunge il primario – siamo in grado di monitorare anche i pacemaker e i defibrillatori dotati di software dedicato”.
Tra gli obiettivi futuri c’è, inoltre, l’attivazione del teleconsulto che dovrebbe consentire alla Cardiologia e agli specialisti del territorio “di scambiarsi informazioni e decidere insieme” sui percorsi di cura dei pazienti, oltre che contribuire “all’ottimizzazione dei percorsi territoriali dei pazienti con scompenso cardiaco cronico. Con la nascita degli ospedali e delle case di comunità – conclude Nicosia – sarà ancora più importante stabilire un coordinamento fra centro e periferia”.