La pandemia “continua a costituire un’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale”.
Lo ha affermato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, concordando con il parere del Comitato di emergenza per il Coronavirus.
Difatti i dati del 20 gennaio, nonostante i vaccini, sono ancora alti: 663.640.386 casi confermati nel mondo dall’inizio della pandemia e 6.713.093 morti.
Il Covid-19 “è probabilmente in una fase di transizione”, spiega l’Organizzazione mondiale della sanità, riconoscendo che: “sebbene i sottotipi di Omicron attualmente in circolazione a livello globale siano altamente trasmissibili, si è verificato un “disaccoppiamento” tra infezione e malattia grave rispetto alle precedenti varianti preoccupanti”.
Tuttavia, “il virus conserva la capacità di evolversi in nuove varianti con caratteristiche imprevedibili”. Il Comitato ha espresso pertanto la “necessità di migliorare la sorveglianza e la segnalazione di ricoveri e decessi per comprendere meglio l’attuale impatto sui sistemi sanitari”.