Circa 5000 tracciati elettrocardiografici eseguiti sui bambini di età compresa tra i 5 e i 18 anni a Palermo.
L’iniziativa dell’Ordine dei medici di Palermo, sostenuta dall’associazione di promozione sociale “Movimento per la Salute dei Giovani”, rientra nell’ambito del progetto “Insieme con il cuore” coinvolge gli istituti scolastici che si trovano in aree particolarmente disagiate nelle sette circoscrizioni della città.
Lo screening
“Ci sono malattie legate a cause cardiologiche che potrebbero essere scovate preventivamente con un semplice elettrocardiogramma. L’Ecg andrebbe istituzionalizzato con una cadenza periodica in tutte le scuole – ha sottolineato il presidente dell’Omceo Palermo Toti Amato, consigliere della Fnomceo -. Segnalando le anomalie dei tracciati lavoriamo su due fronti educativi: i più piccoli e i loro genitori. Abbiamo iniziato dalle scuole delle aree più complesse della città perché è lì che manca del tutto l’educazione alla prevenzione ed è soprattutto lì che gli alunni possono avere un malore improvviso considerato che trascorrono a scuola la maggior parte della giornata, tra attività didattiche e sportive”.
“Nel 3% dei tracciati abbiamo riscontrato anomalie – ha detto il presidente dell’associazione Fabrizio Artale – . Nessuno dei più piccoli, tra i 6 e i 7 anni, aveva mai fatto prima un elettrocardiogramma. Situazione quasi analoga per i ragazzi, ad eccezione di alcuni già controllati per un malore o perché, praticando sport, soprattutto il calcio, sono stati obbligati a presentare un certificato Ecg”.
L’iniziativa, resa possibile dai cardiologi volontari dell’associazione Annalisa Alaimo, Fabrizia Centineo, Giovanni Fazio, Maurizio Mongioví e Sabrina Spoto, oggi si è trasformata in un programma di monitoraggio che vede impegnato anche il Comune di Palermo.
“Grazie al patrocinio concesso dal sindaco Lagalla e alla collaborazione dei presidenti di circoscrizione – ha proseguito Artale – offriremo questo servizio in tutta la città e potremo individuare i soggetti con anomalie cardiologiche di cui la famiglia non era a conoscenza”.