Presentata a Roma l’iniziativa “Oral Care Total Care” che incentiva gli screening precoci delle lesioni orali, a Palazzo Valentini.
Ogni anno sono 4.500 le diagnosi di tumore del cavo orale. L’età media dei pazienti con questa patologia è 64 anni e si contano circa 3.000 decessi annui. Si sviluppa con maggior frequenza su lingua, mucose geniene, palato, labbra e gengive, ma può colpire anche ghiandole salivari e faringe.
Proprio per questo è fondamentale uno screening precoce ed è questo l’obiettivo del progetto “Oral Care Total Care”.
Ad illustrare l’iniziativa è stato il messinese David Rizzo, vicepresidente nazionale dell’Associazione Italiana Odontoiatri (AIO). Una relazione dettagliata e particolarmente apprezzata dal ministro della Salute Orazio Schillaci che ha sottolineato nelle dichiarazioni alla stampa l’importanza di attuare un piano di “odontoiatria sociale”.
L’iniziativa
“Questo tipo di carcinoma – ha spiegato Rizzo – colpisce gli uomini in percentuale tripla rispetto alle donne, con rispettivamente 9 e 3 casi ogni 100 mila abitanti. E’ accertato in genere in fase avanzata, quando la terapia chirurgica richiede interventi mutilanti”.
La diagnosi precoce dunque si rivela indispensabile e si traduce con un tasso di sopravvivenza del 90%. “Nella prevenzione giocano un ruolo importante l’astensione dal fumo e dall’alcol – ha proseguito Rizzo –. Una diagnosi tardiva comporta un più alto tasso di mortalità e interventi invasivi con conseguenze estetiche e funzionali negative”.
In gran parte le lesioni del cavo orale sono benigne e guariscono in circa due settimane. Oggi esistono strumenti e tecnologie per evidenziare lesioni persistenti e sospette, cancerose e pre-cancerose.
Il protocollo proposto da AIO utilizza l’autofluorescenza con molecole dei tessuti molli, fluorofori, in grado di assorbire la luce ad una determinata lunghezza d’onda ed emetterla ad una lunghezza d’onda maggiore, o minore autofluorescenza in caso di lesione sospetta.
Dallo scorso novembre un gruppo di dentisti soci AIO, sta conducendo uno screening diagnostico sui pazienti con l’utilizzo di speciali occhiali dotati di particolari filtri ottici che valutano l’autofluorescenza sulle lesioni, seguendo un protocollo ben standardizzato.
Il paziente con lesione persistente è indirizzato ad un controllo specialistico di secondo livello ed al prelievo bioptico in prospettiva del trattamento. A maggio saranno presentati i primi dati clinico-diagnostici, e ad ottobre 2023 al Congresso Nazionale AIO i primi dati statistici sulla fase test e verranno definiti gli obiettivi per uno screening su più larga scala.