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Siracusa, dirigente Asp indagata per corruzione e peculato. Madeddu: “Avviata sospensione”

lunedì 5 Giugno - 2023 | di Giorgia Görner Enrile | Categorie: News ed eventi, Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Siracusa

In cambio di soldi avrebbe redatto un certificato medico in cui si sosteneva, falsamente, la dipendenza dalla cocaina di un detenuto in un’inchiesta per omicidio con l’obiettivo di attenuare il suo regime restrittivo o per farlo ricoverare in un centro di recupero per tossicodipendenti.

Una dirigente dell’Asp di Siracusa è stata sospesa poiché indagata per corruzione e peculato.

“I fatti contestati al medico sono reati molto gravi che, per altro, ledono l’immagine della categoria dei medici, rischiando di incrinare il rapporto di fiducia con i cittadini”.  A dichiararlo è il presidente dell’Ordine dei medici di Siracusa, Anselmo Madeddu.

“L’ordine dei medici è un organismo proposto per vigilare su tutto questo e abbiamo sospeso il medico a seguito del procedimento avviato dal Gip del Tribunale di Siracusa – prosegue -. La nostra sospensione, ovviamente vale sia per le attività di pubblico impiego che libero professionali. Si tratta di un fatto estremamente grave e l’Ordine non poteva che procedere in questi termini, anche per la salvaguardia dell’interesse collettivo e di cittadini. Ci auguriamo che la magistratura possa far ben preso luce sulla vicenda“.

L’accusa

Alla dottoressa, la Guardia di finanza ha notificato la misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio o servizio e il divieto temporaneo di esercitare la professione medica per la durata complessiva di otto mesi, proibendo all’indagata qualsiasi attività. Secondo l’accusa, per potere attestare il falso, la dottoressa, in cambio di 4mila euro, avrebbe eseguito gli esami su un campione ‘pilifero‘ prelevato da un’altra persona, estranea all’omicidio, e non dall’indagato. Dalle indagini sarebbero emerse anche ipotesi di reato di peculato.

Secondo l’accusa, la professionista, al termine di ulteriori visite mediche nei confronti di diversi pazienti, aggirando la procedura prevista per le prestazioni intramoenia, avrebbe percepito le somme pagate dai pazienti, circa 3.500 euro, senza alcun versamento alla struttura pubblica.

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