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Herpes zoster: “Prevenzione arma vincente. La collaborazione con i medici di medicina generale è essenziale”

sabato 2 Marzo - 2024 | di Anna Boccia | Categorie: ECM&EVENTI, News ed eventi, Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Enna

L’Herpes zoster, comunemente noto come “Fuoco di Sant’Antonio”, è una patologia causata dalla riattivazione del Virus Varicella zoster latente all’interno dell’organismo dopo averlo contratto presumibilmente in età infantile.

La vaccinazione anti-zoster, già inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), è stata al centro dell’evento organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Enna insieme all’Università Kore e all’Asp di Enna.

Responsabili scientifici dell’evento sono stati: Franco Belbruno, dirigente responsabile dell’U.O. di Epidemiologia e Statistica Sanitaria dell’Asp di Enna e Vincenzo Restivo, professore ordinario in Igiene generale e applicata, Scienze infermieristiche e statistica medica presso l’Università Kore. Relatori: Restivo, Ceccarelli, Sambataro, Lo Giudice e Rinaldi. Hanno moderato i lavori il padrone di casa Renato Mancuso, il Presidente dell’Ordine dei Medici, Belbruno, Calandra e Gurgone.

Gli esperti

In Italia – come ha mostrato il professore Restivo – l’incidenza annuale delle Herpes Zoster è di 6.3 su 1000 persone all’anno; l’incidenza incrementa con l’età a partire dai cinquant’anni, infatti il 73 per cento del totale si registra negli adulti. Le complicanze più frequenti sono la neuropatia post-erpetica, come vedremo e l’herpes zoster oftalmico. Pazienti con diabete mellito, malattie autoimmuni, insufficienza renale e tumore hanno un rischio di sviluppare l’Herpes Zoster maggiore di 1,8 – 8,4 volte superiore rispetto ai soggetti della corte non affetti da alcuna di queste patologie. Complessivamente la neuropatia colpisce dall’8 al 16 per cento dei pazienti affetti da Herpes Zoster, incidenza che aumenta con l’età, raggiungendo un picco del 15% negli ultra 75enni. Oltre alla terapia farmacologica è possibile utilizzare delle metodiche mini-invasive si pensi alle peridurali selettive, quindi l’iniezione di antinfiammatorio nello spazio peridurale rx guidata a livello delle radici nervose; il PENS, ovvero la stimolazione elettrica percutanea, e ancora la radiofrequenza gangliari pulsata è per finire l’elettrostimolazione midollare”.

L’arma vincente – ha dichiarato la responsabile dell’unità semplice della Terapia delDolore, Emilia Lo Giudice – è la prevenzione e quindi fare il vaccino anti zoster; nell’eventualità questo non sia stato fatto ma si è istaurata una nevralgia post-erpetica è bene saperla trattare, sia con terapia medica e topica che – se i farmaci non sortiscono effetto – con procedure mini-invasive, infiltrative e terapeutiche- interventistiche, che ci danno la possibilità di trattare in maniera avanzata questo tipo di dolore”.

Presso l’Unità semplice diretta dalla Lo Giudice è possibile sottoporsi anche alla neuro-stimolazione gangliare, per il trattamento del dolore neuropatico cronico.

“Il paziente oncologico, quello che seguiamo da vicino – spiega il primario di Oncologia, Daniela Sambataro – ha bisogno di tante professionalità per essere curato e la prevenzione, in questo caso specifico, permette di evitare delle complicanze che possono aggravare il percorso già tortuoso. Dunque la collaborazione con i medici di medicina generale è essenziale, anche per assicurarci di effettuare la vaccinazione nella “finestra ottimale” per i pazienti oncologici, ovvero prima della terapia antiplastica. Volevo sottolineare – conclude il primario – che questo vaccino è stato studiato anche durante la chemioterapia.

Il vaccino anti herpes-zoster è raccomandato a partire dai 65 anni di età, con una dose annuale se attenuato, due dosi (a 2-6 mesi di distanza tra loro) se ricombinante. Il vaccino è inoltre raccomandato nelle persone a rischio per patologia quali: diabete mellito, patologia cardiovascolare, BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) e asma bronchiale. Purché si somministri il vaccino ricombinante adiuvato, la vaccinazione è raccomandata ai pazienti a partire dai 19 anni di età quando si tratta di soggetti con: immunodeficienza congenita/acquisita o destinati a terapia immunosoppressiva; persone con insufficienza renale cronica e in dialisi; persone con recidive o con forme particolarmente gravi di herpes zoster ma anche con patologie quali il morbo di Chron o/e rettocolite ulcerosa.

“Ma – come ha ribadito la dottoressa Noemi Rinaldi – spesso sono soggetti che rimangono fuori dalle campagna vaccinali perché non sono prioritari per quest’ultima che fa i conti con l’economia dei numeri”. Citando inoltre l’art.3 ha ribadito, riferendosi a questi ultimi: “che il diritto [dei pazienti] non è perso anzi è acquisito, perché se il mio paziente non rientra in quella classe io, che sono un medico e non un commercialista, posso decidere di farlo ma lo faccio se ho la disponibilità del vaccino. Dandogli una protezione importante, come ha mostrato con tre casi clinici emblematici del pre e post vaccino anti zoster”.

Nell’ottica di istaurare e continuare questa proficua collaborazione con la medicina generale,  il professore Restivo ha presentato un nuovo progetto in cui la Kore è capofila (gli altri atenei coinvolti sono quello di Foggia e quindi la Puglia e quello di Genova con la Liguria).

“Il progetto multicentrico va a cercare la reale entità delle patologie simil-influenzali, attraverso un sistema di sorveglianza attiva. Quindi sarà indispensabile il coinvolgimento dei medici di medicina generale e il contatto con il paziente. Lo scopo – ha concluso il professore- sarà quello di avere una reale stima del fenomeno, per comprendere quanto circolano alcuni microrganismi affinché si possano anche ritagliare le campagne di prevenzione in maniera adeguata”.

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