come ricorda Antoine de Saint-Exupéry.
Sono tante le difficoltà da superare in caso di deficit visivo tra identificazione di oggetti e l’apprendimento di nuovi concetti.
Per sopperire a queste difficoltà interviene la tiflologia: una scienza che studia le condizioni e le problematiche delle persone con disabilità visiva (nonvedenti e ipovedenti), al fine di indicare soluzioni per attuare la loro piena integrazione sociale e culturali.
A Parlarcene sono Leonardo Sutera Sardo, Responsabile Consulente di Tiflodidattica del Centro di Catania e Stefano Alfano della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi, all’interno del Festival Una marina di libri, che si tiene a Palermo sino all’11 giugno.
E’ stato evidenziato che il tatto è il punto di passaggio tra il bambino e il mondo. Ogni proposta didattica, quindi, deve tenere conto dei limiti derivanti dalla cecità. Il percorso deve essere quindi agevolato così che il bambino possa acquisire una certa padronanza nella percezione tattile, fin dal periodo della scuola dell’infanzia. Ecco perché i laboratori di manipolazione e riconoscimento tattile sono importanti, e coinvolgono anche bambini e docenti vedenti per sensibilizzare.
L’editoria tattile, oggi, specialmente peri più piccoli, fornisce sempre più una chiave per collegare ogni parola ad un oggetto, e viceversa, tramite differenti materiali e colori, insieme al Braille, per poter rendere fruibile il libro tra coetanei e tra genitori e figli.