C’è una grande attesa in Europa e in Italia per il Teplizumab. Il farmaco previene la perdita di funzione delle cellule beta del pancreas, che nei soggetti con diabete mellito sono aggredite e progressivamente distrutte dal sistema immunitario del paziente
Il via libera da parte di Ema (l’Agenzia Europea per i Medicinali) e Aifa, però, non è arrivato.
Il Teplizumab
E’ un anticorpo monoclonale, approvato lo scorso novembre dall’agenzia del farmaco americana (l’Fda), in grado di ritardare l’ingresso dei bambini nello stadio più severo del diabete di tipo 1. Il diabete di tipo 1 si sviluppa il tre stadi: quasi tutti i pazienti allo stadio 2 passano al terzo entro 1-5 anni. Lo stadio 3 è il più insidioso con l’entrata nella routine dei numerosi controlli glicemici e delle iniezioni di insulina.
“Ne possono beneficiarne i soggetti con più di 8 anni di età con predisposizione al diabete tipo 1, nei quali quindi lo screening abbia evidenziato due o più autoanticorpi e che abbiano una condizione di disglicemia – sottolinea il presidente della Sid Angelo Avogaro –. Per questo è necessario un programma di screening che individui i soggetti con diabete di tipo 1 allo stadio 2″.
Negli studi clinici il trattamento ha dimostrato di ritardare l’esordio della malattia tra 25 e 32,5 mesi. Questo vantagio permetterebbe di pianificare e organizzare la vita e prendere tempo rispetto a trattamenti che potrebbero curarla.