“Donne incinte, neonati e bambini affrontano rischi estremi per la salute a causa di catastrofi climatiche. Pochissimi Paesi nei loro piani di risposta al cambiamento climatico menzionano la salute materno-infantile: un’evidente omissione, emblematica dell’attenzione inadeguata”. A lanciare l’allarme sono Oms, Unicef e Unfpa in vista della Cop28 in programma a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre.
Il Cop, per la prima volta, dedicherà una giornata ai “legami indissolubili tra la salute delle persone e quella del pianeta”. A questa Call to Action l‘Organizzazione mondiale della sanità, il Fondo dell’Onu per l’infanzia e il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione hanno dedicato un evento online che si affianca a un documento con cui il Partenariato per la salute materna, neonatale e infantile (Pmnch), rivolge raccomandazioni specifiche a governi, meccanismi di finanziamento globale, donatori e fondazioni, settore privato e società civile.
Gli interventi richiesti comprendono riduzioni sostenute delle emissioni di gas serra e più risorse contro il cambiamento climatico, ma anche un’inclusione specifica dei bisogni di donne incinte, neonati e bambini nelle politiche sul clima e ricerche per comprendere meglio gli impatti salute materna e infantile.
“Il 2023 è stato segnato da una serie di devastanti disastri climatici – ricordano le agenzie -. Incendi, inondazioni, ondate di caldo e siccità stanno sfollando persone, distruggendo raccolti, uccidendo bestiame e peggiorando l’inquinamento atmosferico”.
Con il riscaldamento globale “aumenta la diffusione di malattie potenzialmente mortali come il colera, la malaria e la Dengue, con conseguenze disastrose per le donne incinte e i bambini per i quali queste infezioni possono essere particolarmente gravi. Inoltre, diversi studi dicono che i danni possono iniziare anche nel grembo materno, provocando complicazioni in gravidanza, parto pretermine, basso peso alla nascita e mortalità fetale o durante il parto. Le conseguenze per i bimbi possono durare tutta la vita, influenzando lo sviluppo fisico e cerebrale”.
Oms, Unicef e Unfpa
“Il cambiamento climatico rappresenta una minaccia esistenziale per tutti noi, ma le donne incinte, i neonati e i bambini affrontano alcune delle conseguenze più gravi. Per proteggere i più piccoli, garantendo loro futuro e salute, “è necessario intraprendere subito azioni sul clima – esorta – e far sì che i loro bisogni specifici siano riconosciuti nella risposta al cambiamento climatico“, afferma Bruce Aylward, vice direttore generale Oms Universal Health Coverage, Life Course.
“L’azione sul climate change spesso ignora, a nostro rischio e pericolo, che i corpi e le menti dei bambini sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento, alle malattie e alle condizioni meteorologiche estreme”. Ad evidenziarlo Omar Abdi, vicedirettore esecutivo Programmi Unicef.
“La crisi climatica – prosegue – sta mettendo a repentaglio il diritto fondamentale di ogni bimbo alla salute e al benessere. Questo è il momento di inserire finalmente i bambini nell’agenda del cambiamento climatico”.
Secondo Diene Keita, vicedirettore esecutivo Programmi Unfpa, “per trovare soluzioni climatiche che riconoscano le specifiche esigenze sanitarie e le vulnerabilità delle donne e delle ragazze dobbiamo iniziare ponendoci le domande giuste. Le soluzioni climatiche globali devono sostenere, non sacrificare, l’uguaglianza di genere”. Helen Clark, presidente del board Pmnch, definisce il cambiamento climatico “una delle principali ingiustizie intergenerazionali dei nostri tempi. La salvaguardia della salute e dei diritti delle donne, dei bambini e degli adolescenti non è negoziabile di fronte alla crisi climatica. Urge integrare i loro bisogni di salute nelle risposte climatiche. Non è solo un imperativo morale – conclude – ma una strategia efficace, con benefici a lungo termine per società resilienti e sane”.