Chiude l’Ufficio speciale per la sanità veterinaria e la sicurezza alimentare della Regione Siciliana.
Creato negli ultimi mesi del Governo Musumeci, e accolto con grande soddisfazione dai membri del comparto (Medici Veterinari, Allevatori e Produttori del settore alimentare), lo SVESA è durato solo 4 mesi.
Il Presidente Schifani ha giustificato la chiusura perché “Si deve riorganizzare la macchina dell’amministrazione regionale. Il personale dei uffici speciali andrà a potenziare i dipartimenti nei quali è necessario rinforzare gli organici”.
Sembrerebbe che l’azione sia resa necessaria per far fronte alla carente organizzazione e alla scarsa presenza di risorse umane che, nel contesto del DASOE, si occupavano di temi centrali per l’economia della nostra Regione.
Sulla questione, subito interviene l’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Palermo, evidenziando lo sbaglio fatto.
“L’essersi dotati di un ufficio speciale per la sanità veterinaria e sicurezza alimentare, non era solo un motivo di orgoglio per questa regione, che prima tra tutte recepiva il concetto di Autorità Competente a cascata, imposto dai Regolamenti Europei. Era anche la presa di coscienza che questo territorio deve fondare gran parte della sua economia sul comparto agro alimentare e sul turismo enogastronomico e che per rendere possibile tutto questo bisognava destinare professionalità a queste azioni”. A dichiararlo è il Presidente Luigi Emiliano Maria Zumbo.
“Tralasciando l’aspetto economico e produttivo, nella scelta rientrava anche la consapevolezza che la salute circolare non può prescindere da un approccio medico veterinario. L’unico insegnamento, forse, che due anni di pandemia dovrebbero aver lasciato – prosegue -. Se tutto quanto sopra non fosse stato sufficiente a giustificare l’esistenza dell’Ufficio Speciale, si potevano pescare ragioni più che valide nel contrasto al fenomeno del randagismo di cui siamo produttori nazionali.
Fatto sta che dopo 4 mesi dalla sua creazione, l’ufficio speciale viene cancellato con un colpo di spugna, anzi di delibera di giunta, anticipando la sua naturale scadenza di due anni. Si perché un ufficio speciale ha una scadenza, determinata sulla base degli obiettivi che si intende raggiungere.
Poco sembra pesare il fatto che questa regione abbia gestito, nell’arco di questi 4 mesi, emergenze epidemiche con una efficienza e rapidità che hanno consentito al comparto zootecnico di non collassare su se stesso.
“Le ragioni politiche che muovono questa scelta non sono conosciute, ma spero possano essere così forti da giustificare il danno che questa comporterà alla Regione. A partire dall’applicazione della nuova PAC 2023- 2027, fino al mantenimento dei LEA -aggiunge -. Non mettiamo in dubbio il fatto che possa esistere una logica di risparmio nella scelta che sottende taglio amministrativo e operativo. Ma prima di anteporre un risparmio (che per inciso non sappiano neanche quantificare) bisogna chiedersi nell’ordine: 1) a quali obiettivi si sta puntando 2) perché lo si sta facendo e in ultimo 3) di quali strumenti bisogna dotarsi per conseguire il risultato. Tre interrogativi posti in modo consequenziale. Basta che alla prima domanda segua la risposta sbagliata per far saltare il risultato dell’espressione – conclude-. Ecco, sarebbe utile conoscere quale domanda si è posta la Presidenza della Regione prima di operare questa scelta, perché se è vero che la logica politica può essere imperscrutabile, le perdite che ne seguiranno saranno estremamente tangibili”.