E’ da poco uscita la classifica “World’s Top 2% Scientist” e tra i ricercatori migliori al mondo vi è Salvatore Corrao, Capo Dipartimento Medicina Clinica Arnas Civico Palermo – Prof. Ordinario Igiene e Medicina Preventiva Unipa.
La classifica, elaborata dalla Stanford University, analizza le scienziate e gli scienziati con livello più elevato di produttività scientifica.
“Con spirito di servizio, rientrare come accademico dell’Università di Palermo è un orgoglio. Assieme alla rimanente parte di comunità accademica facciamo il nostro lavoro e lo facciamo per l’Università degli Studi di Palermo”, dice Corrao.
La classifica
Questa classifica, considerata la più prestigiosa a livello mondiale, si basa sulle informazioni bibliometriche contenute nel database Scopus e include più di 180.000 ricercatori tra gli oltre 8 milioni di scienziati considerati attivi in tutto il mondo, con 22 campi scientifici e 176 sottocampi presi in considerazione.
Lo studio analizza annualmente la quantità, la qualità e la diffusione delle pubblicazioni all’interno delle comunità scientifiche. Il nuovo rapporto, pubblicato sulla rivista scientifica PLOS Biology, è stato condotto dal prof. John Ioannidis in collaborazione con Elsevier e il database per la ricerca scientifica mondiale “Scopus”.
Il risultato è una fotografia di quasi 195 mila scienziati che si distinguono per autorevolezza scientifica e che rappresentano il 2% di una platea totale di ben 8,6 milioni di ricercatori di Università e centri di ricerca di tutto il mondo.
Per ogni ricercatore viene indicato il settore in cui è attivo, il ranking corrispondente, le citazioni e il relativo h-index. L’indice ottenuto misura l’impatto in termini citazionali di ciascun ricercatore e di ogni singolo lavoro.
La ricerca
Per quanto riguarda la Sicilia: “Credo che di ricerca se ne faccia tanta e il fatto che ci siano ben 86 accademici UniPa nella classifica vuol dire che lo stato di salute è buona, ma, naturalmente, deve migliorare – prosegue -. I comitati etici siciliani funzionano egregiamente e permettono di validare i protocolli di ricerca che vengono presentati che, molto spesso, non sono solo ricerca indipendente, ma si valutano i protocolli di ricerca internazionale in cui pochi centri a livello italiano vengono selezionati”.
Cosa può fare la Regione?
“La politica, come può promuovere una migliore sanità, può promuovere anche una migliore ricerca. Curare questo aspetto, che riguarda tutto il mondo accademico e non solo quello medico, non è di poco conto, visto che la nostra Sicilia vanta la presenza di ben tre università pubbliche e altre di diversa natura”, conclude Corrao.