La sclerosi multipla in Italia colpisce oltre 137mila pazienti. In Sicilia, gli assistiti per questa patologia sono oltre 6.000, ma si stima che, in realtà, siano circo 8.000 , ai quali si aggiungono, ogni anno, circa 200 nuovi casi.
Da pochissimo degli studi hanno dimostrato che una nuova terapia orale, Ozanimod, è in grado di prevenire l’atrofia celebrale, una delle conseguenze più nefaste della patologia. I studi, difatti, riportano che la riduzione della perdita di volume celebrale, rispetto all’interferone Beta 1a, è del 30%. In questo modo è possibile limitare un danno d’organo irreversibile e limitare la disabilità.
La patologia
La sclerosi multipla è una patologia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca la guaina mielinica che ricopre i nervi. Nella forma recidivante-remittente, la più frequente al momento della diagnosi, si distingue per l’alternanza di fasi, della durata imprevedibile. Può inoltre associarsi un’infiammazione interna al sistema nervoso centrale che è talora associata a deficit cognitivi.
L’instaurarsi del deterioramento cognitivo “è correlato all’atrofia cerebrale che nel paziente con sclerosi multipla risulta accelerata rispetto a quella indotta dai normali processi fisiologici legati all’invecchiamento – spiega Matilde Inglese, responsabile Centro Sclerosi Multipla, Irccs Ospedale Policlinico San Martino, Genova -. La perdita di volume del cervello è dovuta sia al processo infiammatorio che a quello degenerativo che si instaura fin dalle fasi precoci della malattia. Si tratta di un fenomeno estremamente pericoloso e dal quale non si può tornare indietro, è perciò indispensabile agire precocemente con trattamenti in grado di rallentare questo processo così da ottenere vantaggi molto importanti sia in termini clinici che di riduzione della disabilità motoria e cognitiva”.
La nuova terapia
L’Ozanimod è indicato per il trattamento della sclerosi multipla recidivante-remittente in fase attiva, che rappresenta circa l’85% di tutti i casi.
Secondo una analisi preliminare dello studio Enlighten ancora in corso, il 47% dei pazienti con malattia recidivante, dopo un anno di trattamento, ha ottenuto un miglioramento clinico significativo delle funzioni cognitive.
Gli ultimi dati a otto anni di trattamento evidenziano come il 76% dei pazienti non abbia avuto una progressione della disabilità e l’87% non presenta attività di progressione indipendente dalle recidive. Questi fattori sono indicatori della progressione della sclerosi multipla e della conseguente disabilità permanente.