Sono circa 5,5 milioni gli italiani che soffrono di malattie reumatiche, di cui 3,5 sono donne.
Sono patologie caratterizzate dall’infiammazione di articolazioni, legamenti, tendini, ossa o muscoli e che in alcuni casi possono coinvolgere anche altri organi. Sono patologie che colpiscono prevalentemente il sesso femminile e tendono a esordire in età giovanile.
Inoltre, queste patologie, affliggono pesantemente malati e famigliari in quanto generano significative disabilità e invalidità, con imponenti costi di sistema, oltre a gravi esiti di mortalità.
“Spicca la necessità di corretti e tempestivi inquadramenti diagnostici per limitare, oltre all’invalidità secondaria, il significativo incremento di mortalità legato prevalentemente a cause cardiovascolari correlato a queste patologie”. Ad Affermarlo è Giuseppe Provenzano, direttore dell’Unità Operativa Semplice Dipartimentale (UOSD) Reumatologia dell’Azienda Ospedaliera “Ospedali Riuniti Villa Sofia – Cervello”.
“Data la complessità e l’eterogeneità clinica di queste malattie sono fondamentali il riconoscimento precoce delle patologie e la gestione delle stesse. Importante l’intervento di un team multidisciplinare di esperti – prosegue -. Inoltre, ci sono farmaci innovativi, estremamente efficaci che hanno mutato l’aspettativa e la qualità di vita dei pazienti”.
“La Società Italia Reumatologia – conclude – ha avviato un’interlocuzione con ISS e gli altri attori coinvolti sulla telemedicina. Questo processo, può fornire da remoto un aiuto al paziente, almeno in quelle situazioni in cui lo stesso è lontano dal centro reumatologico prescrittore. Inoltre, può scongiurare l’abbandono della cura”.