Grazie a un nuovo nuovo biomarcatore, basterà un prelievo di sangue per rilevare la neurodegenerazione legata all’Alzheimer.
Il test è stato sviluppato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pittsburgh, negli Stati Uniti, insieme a quelli dell’Università di Göteborg, in Svezia, e dell’Università di Brescia.
I risultati, pubblicati sulla rivista “Brain”, mostrano che il nuovo biomarcatore si basa su un anticorpo che si lega in modo specifico alla proteina tau prodotta nel cervello.
Mentre, i metodi diagnostici basati sul sangue, sino ad oggi, rilevano anomalie di tau presente nel plasma, ma hanno difficoltà a individuare marcatori specifici del cervello, cioè non influenzati dalle proteine tau prodotte da cellule non cerebrali.
Il team ha sviluppato una tecnica per rilevare selettivamente la ‘Tau derivata dal cervello’ (BD-Tau): un anticorpo speciale che vi si lega rendendola facilmente rilevabile nel sangue. Hanno convalidato il loro test su oltre 600 campioni di pazienti compresi quelli la cui diagnosi era stata confermata dopo la morte e quella di pazienti con malattia in fase iniziale.
I test hanno mostrato che i livelli di BD-tau rilevati corrispondevano ai livelli di tau nel liquido cerebro spinale e distinguevano in modo affidabile l’Alzheimer da altre malattie neurodegenerative. Inoltre erano correlati alla gravità delle placche amiloidi e dei grovigli tau nel tessuto cerebrale, confermati tramite autopsia. Gli scienziati sperano che introdurre test di questo tipo possa aiutare ad individuare e iscrivere in studi clinici pazienti appartenenti a gruppi di popolazione finora escluse dalla ricerca.
La necessità di sviluppare test poco invasivi e più economici nasce dalla voglia di poter dare la possibilità a più pazienti che non si possono permettere costose scansioni cerebrali o analisi del liquido cerebro-spinale.